Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha rilasciato una dichiarazione riguardo al reddito di base universale nel corso della 73ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2018.
Secondo Guterres sarà la natura stessa del lavoro a cambiare ed i governi dovranno per forza di cose prendere in considerazione un welfare più adeguato e, alla fine, un reddito di base universale, visto come un punto d’arrivo inevitabile.
Il discorso riguarda soprattutto l’automazione del mondo del lavoro e l’avvento delle macchine ma anche dei software (si pensi all’indigenza artificiale) che ridurranno sempre di più il bisogno di apporto umano in varie discipline e professioni, anche in quelle da sempre ritenuta come “intoccabili” (leggi anche Macchine e robot svolgeranno il 52% dei lavori entro il 2025).
Se è vero che le nuove tecnologie porteranno con sé nuovi posti di lavoro, è anche vero che gli enormi passi avanti fatti dall’intelligenza artificiale, attraverso per esempio il machine learning, sembrano portare questa volta ad una rivoluzione che coinvolgerà un numero di settori ben più ampio rispetto al passato.
A lungo andare le disuguaglianze dei redditi aumenteranno sempre di più ed una redistribuzione della ricchezza sarà necessaria. Già in varie parti del mondo implementazioni, su scale ridotte, di un reddito di cittadinanza sono già state effettuate.
Guterres si unisce ad altre voci, nel suo sostegno al reddito di base universale, come quelle di Mark Zuckerberg e dell’Adam Smith Institute.