
In una nuova ricerca, apparsa sulla rivista Nature Nanotechnology, viene descritto il funzionamento di un nuovo sensore che può riconoscere determinate lunghezze d’onda della luce, anche a raggi infrarossi (ad esempio il calore, anche di un essere umano) e che può vantare una particolarità davvero interessante: il sensore si attiva, e dunque consuma energia, solo nel momento della rilevazione per poi andare “in letargo”, spegnendosi del tutto e senza dunque consumare alcuna energia, una volta che la rilevazione termina.
Il sensore che possa attivarsi, e dunque consumare energia prelevata dalla batteria, solo con segnali di interesse rappresenta un po’ la chimera per quanto riguarda la tecnologia dietro ad ogni tipologia di sensore odierno.
La ricerca è stata portata avanti da alcuni scienziati della Northeastern University (gruppo guidato dal professor Matteo Rinaldi).
Secondo Troy Olsson, responsabile del programma N-ZERO del DARPA Microsystems Technology Office, “Quello che è veramente interessante riguardo alla tecnologia del sensore IR della Northeastern è che, a differenza dei sensori convenzionali, consuma zero energia in stand-by quando le lunghezze d’onda IR da rilevare non sono presenti. Quando le lunghezze d’onda IR sono presenti e incidono sul sensore, l’energia proveniente dalla sorgente IR riscalda gli elementi sensibili che a loro volta provocano il movimento fisico dei componenti del sensore chiave”.
Secondo lo studio, la capacità di consumare energia solo quando sono disponibili informazioni utili comporterà una durata quasi illimitata di funzionamento per sensori wireless incustoditi e impiegati per individuare eventi infrequenti.
Un obiettivo primario del programma N-ZERO è quello di sviluppare tecnologie fondamentali che aprono la strada a nuovi sistemi di sensori più capaci, in particolare per quanto riguarda il contesto della sicurezza.