
Sensori a fibra ottica capaci di dissolversi nel corpo senza causare problemi sono stati realizzati per la prima volta da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Struttura Elettronica e Laser (IESL) della Fondazione di Ricerca e Tecnologia – Hellas (FORTH), Grecia.
Nello specifico, i ricercatori, che hanno collaborato anche con diversi scienziati del Politecnico di Torino e dell’Istituto Superiore Mario Boella, sono riusciti a costruire i cosiddetti reticoli di Bragg, elementi ottici già utilizzati come oggetti di rilevamento ma non nel campo medico, tramite fibre bioriassorbibili, dunque perfettamente integrabili nel corpo umano.
Fibre del genere possono essere utili in campi quali il monitoraggio delle parti interne del corpo, ad esempio di ossa fratturate che stanno guarendo oppure di organi maggiormente sensibili, come possono essere il cervello o il cuore, al fine di consentire analisi biochimiche o sensoriali.
Secondo Maria Konstantaki, membro del gruppo di ricerca, si tratta di un lavoro che “apre la strada verso sensori a fibra ottica che possono essere inseriti in sicurezza nel corpo umano”.
Grazie al fatto che si dissolvono, questi elementi in fibra ottica non devono essere necessariamente rimossi dopo l’utilizzo, qualcosa che apre la strada a trattamenti per diagnosi assolutamente innovativi, per non dire futuristici.
Lo studio è stato pubblicato su Optics Letters.