
La terapia antiretrovirale non è una cura per l’AIDS soprattutto perché il virus dell’HIV si nasconde nelle cosiddette “riserve”, veri e propri serbatoi dove riescono a sopravvivere.
Un team di ricerca dell’Università di Montreal (CRCHUM) ha eseguito analisi definite come “senza precedenti” del sangue e biopsie di retti e linfonodi di persone durante le prime fasi dell’infezione da HIV.
I ricercatori hanno ha scoperto che questi serbatoi, proprio durante le prime fasi dell’infezione, risultano ancora “sensibili” alla terapia antiretrovirale (ART) e potrebbero essere ridimensionati di un fattore 100.
Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, si è avvalso delle analisi effettuate su persone sottoposte a terapia antiretrovirale proprio nelle primissime fasi dell’infezione, durante le prime due settimane (fasi di Fiebig I-II).
Nicolas Chomont, ricercatore del CRCHUM nonché professore all’Università di Montreal, dichiara: “L’inizio dell’ART in questa fase molto precoce porta a una drastica riduzione delle dimensioni dei serbatoi virali eliminando grandi pozze di cellule infette ospitate in tessuti linfoidi e linfonodi associati all’intestino, che sono noti per essere siti preferenziali per la persistenza dell’HIV durante la ART. Sebbene i serbatoi virali di queste persone in trattamento precoce siano estremamente piccoli, il virus è ancora lì e si potrebbe dire che per ora non ci sono benefici clinici immediati. Tuttavia, dato che questi soggetti in trattamento precoce hanno serbatoi virali 100 volte più piccoli rispetto al nostro gruppo di controllo, potremmo ragionevolmente pensare che sarà più facile sradicare questi mini-serbatoi rispetto ai grandi serbatoi nelle persone che hanno iniziato ART in seguito”.
Approfondimenti
- Shedding light on hidden HIV | UdeMNouvelles (IA)
- Abundant HIV-infected cells in blood and tissues are rapidly cleared upon ART initiation during acute HIV infection | Science Translational Medicine (IA) (DOI: 10.1126/scitranslmed.aav3491)
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