
È possibile rallentare i livelli di resistenza sempre più grandi di funghi patogeni facendo loro credere che stanno morendo di fame: funghi affamati, infatti, non si dedicano più alla riproduzione.
È la conclusione originale a cui è giunta una squadra di ricercatori dell’Università di Bath che ha individuato recettori unici per i funghi che impediscono loro di riprodursi.
Coadiuvato da ricercatori dell’Università di San Paolo – Ribeirão Preto, il team pensa che questi particolari recettori siano accoppiati alle proteine G (GPCR). Queste ultime rappresenterebbero un obiettivo reale per rallentare letteralmente il percorso evolutivo dei funghi, in particolare di quelli patogeni, e quindi la loro virulenza e la loro resistenza e prodotti chimici antifungini. Inoltre si trovano solo nei funghi e non in piante e animali, compreso l’uomo, e questa cosa li rende un obiettivo ancora più efficiente.
I ricercatori si sono interessati soprattutto ai funghi Aspergillus nidulans. Questi funghi si riproducono ricombinando il DNA dei genitori per creare progenie geneticamente diverse, progenie che poi si diffondono a macchia d’olio nell’ambiente sotto forma di spore. Questi funghi tendono a riprodursi solo quando sono ben nutriti e in condizioni di poca luce. I funghi sanno adattarsi bene ai nuovi ambienti e ne consegue che possono diffondere le malattie ed evolvere la propria resistenza nel corso del tempo.
I ricercatori si sono accorti che attivando gli speciali recettori che hanno individuato si può far credere funghi che stanno morendo di fame e ciò abbassa molto i loro livelli di riproduzione, fin quasi a rallentarne l’evoluzione.
Neil Brown, ricercatore del Dipartimento di Biologia e Biochimica dell’Università di Bath, così commenta risultati che lui e il suo team hanno raggiunto: “Questi recettori potrebbero essere una via per inibire il sesso fungino che può migliorare la sostenibilità del controllo delle malattie. Spendiamo grandi quantità di tempo e denaro per lo sviluppo di colture resistenti e prodotti chimici antifungini, ma ci sono esempi in cui nel giro di pochi anni i funghi superano le colture resistenti o diventano tolleranti agli antifungini. Ora potremmo rallentare la nostra corsa agli armamenti con i patogeni fungini e quindi aumentare la durata di conservazione delle colture resistenti e degli antifungini in cui abbiamo investito. I funghi sono eccellenti nell’evolversi rapidamente e nel diffondersi nel nostro ecosistema. Tuttavia, siamo lenti a produrre colture resistenti e nuovi composti antifungini, quindi alla fine supereranno sempre ciò che abbiamo sviluppato, ma ora potremmo potenzialmente rallentare quel ciclo a nostro vantaggio.”