Un nuovo esperimento simulato conferma la presenza della materia oscura nel cosmo. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bonn e dell’Università della California di Irvine ha utilizzato potenti computer per eseguire simulazioni onde creare un test per dimostrare l’esistenza della materia oscura.
Lo studio, pubblicato su Physical Review Letters, ne conferma l’esistenza dimostrando che essa è”nascosta” in piccole galassie satelliti che ruotano intorno alla via Lattea analizzando il movimento delle stelle all’interno di esse.
Simulando infatti la distribuzione della materia nelle cosiddette galassie nane, quelle galassie più piccole che ruotano proprio intorno alla via Lattea oppure alla galassia di Andromeda, i ricercatori hanno analizzato in particolare la relazione dell’accelerazione radiale (radial acceleration relation, RAR) che descrive la relazione tra l’accelerazione delle stelle che si muovono in orbita circolare intorno al centro galattico, accelerazione dipendente dall’intero quantitativo di materia presente all’interno della galassia, e l’accelerazione causata solo dalla materia visibile.
Secondo Cristiano Porciani dell’Istituto di Astronomia Argelander dell’Università di Bonn, la simulazione è stata fatta partendo dal presupposto che la materia oscura esista.
Secondo lo scienziato, le galassie nane “si comportano come versioni ridotte di galassie più grandi”. Nel caso in cui la materia oscura non esiste, “il RAR delle galassie nane dipende fortemente dalla distanza dalla loro galassia genitrice, mentre ciò non accade se la materia oscura esiste”.
Per testare queste differenze, riscontrate per ora solo in simulazioni computerizzate, anche nella realtà, ci sarà da aspettare ancora qualche anno e soprattutto i dati della sonda spaziale Gaia lanciata dalla Agenzia Spaziale Europea nel 2013.
Fonti e approfondimenti
- A galactic test will clarify the existence of dark matter — Universität Bonn (IA)
- Phys. Rev. Lett. 120, 261301 (2018) – Radial Acceleration Relation of ΛCDM Satellite Galaxies (DOI: 10.1103/PhysRevLett.120.261301) (IA)