
Un nuovo studio, rappresentato al congresso della European Society of Cardiology (ESC), sottolinea quanto sia importante in generale non ignorare i sintomi di attacco cardiaco ma, ancora più in particolare, durante i viaggi.
Tra le persone che viaggiano o che sono in corso di spostamento, la principale causa di morte naturale è infatti ricollegata alle malattie cardiovascolari secondo uno studio prodotto da Ryota Nishio, cardiologo dell’ospedale dell’Università di Juntendo, Giappone. Lo studio ha analizzato 2564 pazienti che già avevano avuto un infarto ed erano stati sottoposti a trattamento rapido con uno stent (intervento coronarico percutaneo, percutaneous coronary intervention, PCI).
Confrontando i vari tassi di mortalità tra i vari pazienti, i ricercatori hanno trovato che un totale di 192 di loro, ossia il 7,5%, si trovava in viaggio all’inizio dell’attacco cardiaco.
Secondo Nishio, questo studio mostra che “i risultati a lungo termine dopo un infarto durante un viaggio possono essere buoni se si ottiene un trattamento tempestivo. È importante che, quando è finita la fase di emergenza immediata e si torna a casa,si visiti il proprio medico per scoprire come si può ridurre il rischio di un secondo evento migliorando lo stile di vita e potenzialmente prendendo farmaci preventivi”.