Un terremoto “boomerang” è stato individuato dai ricercatori nell’oceano Atlantico. Si tratta di una individuazione importante perché lo studio dell’evento potrebbe essere di utilità per capire l’effettiva possibilità che simili terremoti possano accadere anche sulla terraferma.
Un terremoto “boomerang” è un terremoto che vede una rottura iniziale che comincia a diffondersi, così come avviene con tutti gli altri terremoti. In uno di tipo boomerang, però, la rottura effettua una sorta di “giravolta” e comincia tornare indietro, peraltro con una velocità molto più alta.
Questo raro e strano terremoto è stato osservato e studiato da ricercatori dell’Università di Southampton e da quelli dell’Imperial College di Londra. I risultati sono stati pubblicati su Nature Geoscience.
Terremoti come quello analizzato dai ricercatori sono molto più difficili da studiare rispetto a quelli di grandi dimensioni che si verificano sulla terraferma. Spesso fanno partire dei movimenti lungo le faglie attraverso reti molto complesse difficili da seguire.
In questo caso ricercatori hanno usato nuove tipologie di sismometri sottomarini grazie ai quali hanno monitorato la zona di frattura Romanche, situata nei pressi dell’omonima fossa marina. Si tratta di una faglia lunga più di 900 km che si trova sotto l’Atlantico, nei pressi dell’equatore.
Un terremoto boomerang è caratterizzato da un meccanismo di rottura inverso già previsto da modelli teorici ma in questo caso ha sorpreso i ricercatori in quanto la maniera con la quale si è propagato era completamente opposta da quella che si aspettavano.
I ricercatori non sanno se questi terremoti “inversi” possono verificarsi anche sulla terraferma ma temono che questi rari terremoti possano procurare, se si registrassero sulla terraferma, danni ben maggiori in quanto sarebbe maggiore la quantità di terreno scosso.