
Il sistema delle correnti oceaniche mondiali potrebbe essere arrivato ad un punto di non ritorno secondo quanto riferisce un comunicato dell’Università di Copenaghen. In particolare il cosiddetto “capovolgimento meridionale della circolazione atlantica” (Atlantic meridional overturning circulation, AMOC), un fenomeno di corrente oceanica atlantica importante per il sistema climatico globale, sarebbe giunto ad una sorta di punto di “rottura”.
- La corrente AMOC sta perdendo stabilità
- Cosa fa la corrente AMOC
- La corrente AMOC può funzionare tramite due modalità: una forte e una debole
- Cambiamento potrebbe causare raffreddamento in Europa
- È una perdita di stabilità dinamica?
- Perdita di stabilità causata dal riscaldamento dell’oceano Atlantico settentrionale
La corrente AMOC sta perdendo stabilità
Secondo gli scienziati, che hanno pubblicato il proprio studio su Nature Climate Change, questa corrente avrebbe perso stabilità durante il secolo scorso.
Questa corrente oceanica mondiale, di cui fa parte anche la Corrente del Golfo, è alla base della stabilità delle temperature in alcune aree del mondo, tra cui l’Europa. Questa stessa corrente può, in ogni caso, cambiare anche il clima di tutto il globo.
Un eventuale collasso o cambiamento sostanziale della corrente porterebbe a conseguenze imprevedibili, soprattutto in Europa.
Cosa fa la corrente AMOC
Quello che fa questa corrente è spostare il calore dalle aree tropicali fino all’emisfero settentrionale. Lo fa trasportando l’acqua calda verso le regioni più a nord utilizzando soprattutto le acque superficiali. Ne consegue un ritorno di acqua fredda verso le aree tropicali, un ricircolo essenziale per il mantenimento delle temperature degli oceani e dunque di tutto il globo.
La corrente AMOC può funzionare tramite due modalità: una forte e una debole
Secondo i modelli effettuati dai climatologi, questa corrente può funzionare attraverso due modalità: una forte, che è quella che ha caratterizzato questa corrente nel corso degli ultimi secoli, e una debole. Quest’ultima modalità, secondo i modelli, può portare a transizioni abbastanza brusche e veloci delle temperature oceaniche e del clima globale. La paura è che la transizione dalla prima alla seconda modalità sia in corso.
Cambiamento potrebbe causare raffreddamento in Europa
Ne seguirebbe, come suggeriscono i modelli degli scienziati, un periodo di raffreddamento dell’Europa e un impatto molto forte sui sistemi monsonici tropicali. Alcuni studi hanno dimostrato che l’AMOC si trova al suo livello più debole dei suoi ultimi 1000 anni. Non ci sono però ancora prove definitive sul fatto che questo indebolimento sia un segnale di transizione dalla prima alla seconda modalità. Potrebbe essere solo un cambiamento nella circolazione e non una perdita di stabilità dinamica.
È una perdita di stabilità dinamica?
Niklas Boers, l’autore principale dello studio, spiega che si tratta di una differenza molto importante: nel caso questo cambiamento si riferisse ad una perdita di stabilità dinamica vorrebbe dire che la corrente si sta avvicinando ad una soglia critica superata la quale si avvierebbe il cambiamento di modalità, un cambiamento che sarebbe anche abbastanza improvviso e comunque irreversibile.
Ci vorrebbero dati a lungo termine, dati che non abbiamo, per fare previsioni del genere ma i dati che i ricercatori hanno acquisito in questo studio, che ha analizzato le “impronte digitali” della temperatura superficiale degli oceani nonché i livelli di salinità dell’oceano Atlantico, sembrano suggerire che si tratti proprio di una perdita di stabilità.
Perdita di stabilità causata dal riscaldamento dell’oceano Atlantico settentrionale
“La maggior parte l’evidenza suggerisce che il recente indebolimento AMOC è causato direttamente dal riscaldamento dell’oceano Atlantico settentrionale. Ma secondo la nostra comprensione, sarebbe improbabile che ciò porti ad una transizione di stato brusca. Una perdita di stabilità che potrebbe provocare una tale transizione sarebbe prevista a seguito dell’afflusso di notevoli quantità di acqua dolce nel Nord Atlantico in risposta allo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, allo scioglimento del ghiaccio marino artico e a un aumento complessivo delle precipitazioni e del deflusso dei fiumi”, spiega ancora Boers. Una scoperta certamente preoccupante.