
Un vero e proprio tesoro di fossili marini risalenti alla cosiddetta “esplosione del cambriano” è stato ritrovato da un gruppo di ricercatori dell’Università del Nord Ovest e dell’Università del Guizhou, Cina. Il ritrovamento è stato effettuato nel sud della Cina, nei pressi del fiume Danshui, un sito che è stato denominato “biota del Qingjiang”; il relativo studio è stato pubblicato su Science.
I fossili risalgono al periodo cambriano, un periodo fiorente per quanto riguarda la nascita di nuove specie animali. Nello specifico, tra 560 e 540 milioni di anni fa ci fu una vera e propria esplosione di vita, con milioni di specie che nacquero in un periodo considerabile come breve evoluzionisticamente parlando.
I ricercatori stanno lavorando da quattro anni sul sito e hanno già trovato dozzine di specie diverse, più della metà delle quali non erano state mai ritrovate né classificate in precedenza. Inoltre i fossili sembrano molto ben conservati, con parti del corpo molto dettagliate.
Si tratta di una coincidenza non da poco dato che molti fattori dovevano trovarsi in gioco affinché fossili così vecchi potessero essere trovati così ben conservati.
Innanzitutto 550 milioni di anni fa si trovavano sul fondo del mare, ad una certa profondità sott’acqua, un ambiente in cui vi era pochissimo ossigeno che andasse a sostenere i microrganismi della decomposizione.
Poi i corpi sono stati coperti, per milioni di anni, da massicci sedimenti. E infine, durante tutto questo lunghissimo tempo, l’area del biota del Qingjiang è risultata molto stabile, geologicamente parlando: nessuna eruzione vulcanica e nessun terremoto hanno contribuito a cancellare le tracce.
Tra i fossili ritrovati nel Qingjiang di è un’abbondanza di cnidari, celenterati acquatici, qui presenti sia in forma medusoide che in forma polipoide.
Questo sito cinese rivaleggia con un altro famoso sito, il il Burgess Shale (argillite di Burgess), un giacimento fossilifero nelle montagne rocciose del Canada, anch’esso risultato pieno di fossili del cambriano medio.