
La sonda Osiris-Rex della NASA ha compiuto con successo la prima fase della sua spedizione: si trova ora a pochi km di distanza dall’asteroide Bennu dal quale dovrà raccogliere campioni per riportarli sulla Terra intorno al 2023. Si tratta di un asteroide di dimensioni pari a un grattacielo che potrebbe contenere composti organici fondamentali per la vita.
La sonda è stata lanciata a settembre del 2016 ed ha intrapreso quella che può essere considerata come una missione senza precedenti per quanto riguarda indagini ravvicinate di asteroidi.
Della forma di una ghianda gigante, Bennu orbita intorno al Sole approssimativamente alla stessa distanza della Terra e risulta importante in tal senso in quanto i minerali intrappolati all’interno della sua roccia potrebbero contenere molecole organiche a base di carbonio risalenti ai primissimi giorni riguardanti la nascita del sistema solare.
Lo stesso asteroide potrebbe inoltre contenere livelli variabili di acqua; quest’ultima scoperta in particolare rafforzerebbe l’ipotesi secondo cui a portare l’acqua sulla Terra potrebbero essere stati proprio comete ed asteroidi che hanno bombardato il nostro pianeta per milioni e milioni di anni nella prima fase della sua formazione.
Tuttavia studiare questo asteroide risulta importante anche per un’altra questione: secondo alcune stime ci potrebbe essere una probabilità, seppur bassa (si parla di una su diverse migliaia) che questa roccia possa finire per impattare sulla Terra tra 166 anni. In tal senso la sonda Osiris-Rex potrebbe aiutare scienziati e tecnici nel capire come il calore irradiato dal Sole possa “guidare” l’asteroide verso un percorso sempre più ravvicinato alla Terra.
Studiando i campioni in maniera diretta, qui sulla Terra, si potrà un avere infatti un’idea molto precisa riguardo alle probabilità che Bennu possa impattare sul nostro pianeta.
La sonda ora si trova in una fase di rilevamento preliminare ed è distante circa 15-20 km dall’asteroide. Alla fine di questo mese dovrebbe avvicinarsi ancora di più fino ad atterrare sulla roccia avvicinandosi a spirale intorno ad essa. Una volta giunta a soli due metri dalla superficie, la sonda stenderà un braccio robotico per strappare via un campione e per iniziare il viaggio di ritorno verso la Terra.