Sonno scarso collegato a diversità del microbioma intestinale secondo studio

Nel caso non ve ne foste già accorti, dormire bene è collegato ad un miglior livello di salute e se ancora non ci credete consultate anche un nuovo studio apparso su PLoS ONE secondo il quale il sonno scarso influisce o è comunque collegato pure al microbioma intestinale, l’insieme di tutti i batteri e microrganismi, perlopiù positivi, presenti nei vari tratti dell’intestino.

Proprio il microbioma intestinale, nel corso degli ultimi anni, sta assumendo un ruolo sempre più importante per quanto riguarda la salute globale dell’intero corpo e sono tantissime le ricerche che sottolineano quanto possa influenzare la salute, finanche quella del cervello.
In questo nuovo studio i ricercatori della Nova Southeastern University (NSU) sono giunti alla conclusione che il sonno scarso incide negativamente, ed in maniera anche abbastanza forte, per quanto riguarda la diversità dei microrganismi nell’intestino.

Proprio la diversità e la distribuzione dei microrganismi nei vari tratti dell’intestino può essere considerata come la chiave di varie patologie e condizioni.
I ricercatori hanno svolto esperimenti su vari soggetti valutando la loro qualità del sonno tramite specifici dispositivi da polso. Mettendo poi in relazione la qualità del sonno di questi soggetti con i loro microbiomi intestinali, sono giunti alla conclusione che quelli che dormivano meglio avevano anche un microbioma più vario e dunque migliore.

La mancanza di diversità del microbioma è stata associata da diversi studi a vari problemi di salute, ad esempio a malattie autoimmuni oppure al morbo di Parkinson nonché a condizioni riguardanti la salute psicologica come depressione o ansia. In generale, anche se non è una legge, più il microbioma risulta diversificato, più la salute generale risulta migliore.

Si tratta di uno studio per certi versi pionieristico e in ogni caso c’è ancora molto da imparare riguardo al rapporto tra il microbioma intestinale e la qualità del sonno, come specifica Robert Smith, ricercatore dell’Halmos College of Natural Sciences and Oceanography della NSU e uno degli autori dello studio, tuttavia si può già pensare a modi per manipolare il microbioma intestinale onde ottenere effetti benefici sul sonno.

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