
Viene denominata come la più piccola “lampadina” incandescenza del mondo la sorgente luminosa realizzata su scala nanometrica da un gruppo di scienziati della Rice University.
Questo nuovo studio, pubblicato su Advanced Materials, potrebbe agevolare vari settori, come quelli della fotonica, e forse potrebbe rivelarsi utile anche per sviluppare nuove piattaforme elettroniche che non siano basate sul silicio.
I ricercatori della Scuola di Ingegneria hanno creato nuovi tipi di “emettitori termici selettivi”, ossia materiali nanometrici che possono assorbire calore ed emettere luce, utilizzando nanotubi di carbonio grazie ai quali hanno incanalato il calore prodotto da radiazioni ad infrarossi medi.
Si tratta di un sistema altamente configurabile e proprio questo utile in diversi settori, anche quello relativo ai sistemi basati sull’energia solare.
Secondo Gururaj Naik, ricercatore della Rice impegnato in questi studi, quello che hanno creato è sostanzialmente una fonte di luce incandescente simile al filamento incandescente che si trova nelle lampadine ma su scala nanometrica: “Il nostro obiettivo era quello di costruire una sorgente di luce termica su nanoscala con proprietà specifiche, come l’emissione a una certa lunghezza d’onda o l’emissione di stati di luce termica estremamente luminosi o nuovi”.
Lo stesso ricercatore fa notare che, nonostante la diffusione delle luci LED che sono sicuramente più efficienti, le lampadine a incandescenza restano ancora l’unico mezzo pratico per produrre in maniera altrettanto efficiente la luce ad infrarossi: “Ciò che abbiamo creato è un nuovo modo di costruire fonti di luce che siano luminose, direzionali ed emettano luce in stati e lunghezze d’onda specifici, incluso l’infrarosso”, rileva Naik.
Il comunicato stampa completo è disponibileSul sito della Rice University.