
La sostanza mucosa che ricopre la superficie del corpo di molti pesci potrebbe rivelarsi una potenziale miniera d’oro per l’attività antibiotica contro i patogeni degli esseri umani secondo un gruppo di ricerca dell’Oregon State University.
Si tratta di una sostanza viscosa che protegge i pesci stessi dai batteri, dai funghi e dai virus presenti nel loro ambiente acquatico. Questo”muco” intrappola i microbi ancor prima che possono iniziare a infettare.
Molly Austin, una studentessa di chimica nel laboratorio di Sandra Loesgen, l’autrice principale dello studio, trova questa sostanza davvero interessante così come possono rivelarsi molto interessanti studi eseguiti al fine di comprendere se questa stessa sostanza possa essere di aiuto anche degli esseri umani.
A tal proposito ricercatori hanno esaminato i pesci più giovani, ossia quelli che hanno un sistema immunitario meno sviluppato e dunque più muco all’esterno delle loro squame.
All’interno di questa “melma” i ricercatori hanno isolato 47 diversi tipi di batteri alcuni dei quali hanno mostrato di contrastare fortemente lo Staphylococcus aureus e il Candida albicans, due batteri patogeni per gli esseri umani.
Attualmente i ricercatori si stanno concentrando sul Pseudomonas aeruginosa, un batterio gram-negativo che si trova nella sostanza viscosa sulla superficie del corpo di pesci e che potrebbe essere forse utilizzato per produrre antibiotici per gli esseri umani.
Al momento ci sono però ancora diverse cose da comprendere, in primis la questione riguardante la presenza di questi batteri nel muco superficiale sul corpo dei pesci: si trovano lì per proteggere i pesci e dunque fanno parte del loro microbioma o sono solo semplici ospiti occasionali?
Una conferenza stampa al riguardo si terrà a New York nell’Orange County Convention Center lunedì.