
Il lancio del razzo Falcon 9 della SpaceX è avvenuto con successo stamattina dallo Space Launch Complex della Vandenberg Air Force Base in California. Si tratta di uno dei lanci nel contesto della missione PAZ che ha visto l’immissione nell’orbita bassa terrestre del satellite omonimo.
Si tratta di un satellite della compagnia spagnola Hisdesat che vanta un avanzato strumento radar a bordo che dovrebbe generare più di 100 immagini ad altissima risoluzione della Terra ogni giorno.
Tuttavia l’importanza e la particolarità di questo lancio stanno nel fatto che si trattava più che altro di un test per capire quanto fosse possibile o facile prendere letteralmente al volo la carenatura del razzo, la parte a cono anteriore, una volta che questa si fosse staccata dal razzo stesso.
Questa parte del razzo, cadendo verso la Terra dopo la partenza del Falcon 9 ad una velocità di circa otto volte quella del suono, vantava propulsori a bordo e un sistema di guida per facilitarne la “presa al volo”.
La presa sarebbe dovuta avvenire con una nave, denominata Mr. Steven e definita dallo stesso Elon Musk in un post su Instagram come “un guantone da caccia gigante saldato”. Tuttavia la presa non è riuscita e il “cono” è stato mancato di qualche centinaio di metri finendo nell’acqua sostanzialmente intatto e quindi pur sempre recuperabile.
L’obiettivo di SpaceX è quello dichiarato di poter far rientrare sulla Terra quanti più pezzi possibili dei razzi che partono per lo spazio, soprattutto per quanto riguarda i lanci di questi satelliti sull’orbita bassa terrestre. Poter riutilizzare questi pezzi, ognuno dei quali molto spesso ha costi di milioni di dollari, significherebbe abbassare di molto il costo stesso dei lanci.
