
Secondo un nuovo studio la crioconservazione a lungo termine dello sperma umano non intaccherebbe molto la vitalità degli spermatozoi.
La ricerca, condotta da Chuan Huang della banca degli spermatozoi Changsa-Hunan in Cina e presentata al 35º incontro annuale dell’ESHRE a Vienna, ha visto l’analisi retrospettiva di 119.558 campioni di sperma prelevati da donatori.
Gli stessi campioni sono stati divisi in tre gruppi: quelli crioconservati per un periodo compreso tra sei mesi e cinque anni, quelli crioconservati da sei a 10 anni e quelli crioconservati tra 11 e 15 anni.
Considerando i campioni del periodo più lungo, Huang e colleghi si accorgevano che, a seguito dello scongelamento, il tasso di sopravvivenza degli spermatozoi si riduceva di pochi punti percentuali, assestandosi in un range compreso tra l’85% e il 74%.
Si tratta di un calo, secondo gli stessi studiosi, che ha fatto comunque poca differenza per quanto riguarda l’utilizzo clinico dello sperma nel contesto delle gravidanze assistite.
Secondo Huang queste percentuali sarebbero favorite anche dalla qualità dello sperma conservato e dalla condizione psicofisica dei donatori. Nonostante questi fattori, secondo i ricercatori la conservazione a lungo termine dello sperma tramite i metodi di crioconservazione non sembrano influenzare i tassi di natalità.
Tuttavia molte banche del seme stabiliscono limiti di tempo ferrei per quanto riguarda lo stoccaggio dello sperma, fino ad un massimo di 10 anni in alcuni casi, nonostante la letteratura scientifica non offra spiegazioni chiare e ricerche dettagliate che possano giustificare l’imposizione di questi limiti, neanche per quanto riguarda eventuali danni al DNA.
Approfondimenti
- Long duration of sperm freezing makes no difference to live birth rates in large sperm bank study from China (IA)
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