
Secondo una nuova ricerca il tendine di Achille, il termine più lungo e forte del nostro corpo, quello che collega i muscoli del polpaccio all’osso del tallone, può essere un indicatore della gravità delle malattie conorariche.
Lo studio, presentato ad una riunione dell’American Heart Association a Chicago, ha trovato infatti associazioni tra lo spessore del tendine di Achille e la gravità della malattia coronarica.
Il test è avvenuto su 241 persone. Tra queste ultime coloro che erano caratterizzate da uno spessore del tendine di Achille di 9 mm più rispetto al normale erano caratterizzati da una maggiore presenza di più di un’arteria cardiaca bloccata, caratteristica che causa un maggior rischio di infarto. Tra quelli che invece vantavano una tendine più sottile, solo il 58% aveva più di un’arteria cardiaca bloccata.
Secondo l’autore principale dello studio, Takuya Hashimoto, cardiologo presso la Scuola di Medicina dell’Università di Kitasato a Tokyo, una diagnosi relativa allo spessore del tendine di Achille potrebbe, almeno in linea potenziale, essere usata per identificare persone a rischio di malattie cardiache.
Si tratta tra l’altro di un’associazione che ha intrigato per anni i cardiologi, come fa comprendere anche Philip Ades, un cardiologo dell’università del Vermont: “Come medico, se vedo un paziente con un tendine d’Achille molto ispessito o xantomi, mi dico: ‘Se stanno depositando il colesterolo nei loro tendini, è molto probabile che stiano depositando dei lipidi altrove, come nelle loro arterie coronarie”. Tuttavia lo stesso Ades non vede uno screening regolare che valuti lo spessore del tendine di Achille come qualcosa che potrebbe diventare di routine.