
Un’interessante scoperta riguardante il comportamento degli squali blu è stata effettuata da un gruppo di ricerca del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e dell’Applied Physics Lab dell’Università di Washington (UW).
Secondo i ricercatori questi pesci usano i vortici marini, vorticose correnti che si possono generare sott’acqua, per scendere nelle zone corpuscolari del mare più velocemente, quasi accelerando, onde nutrirsi e catturare più prede.
Proprio in questo strato oceanico, secondo i ricercatori, posto tra 200 e 1000 metri di profondità, esiste la più grande biomassa di pesci di ogni altra zona marina.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione utilizzando localizzatori attaccati al corpo di una dozzina di squali blu al largo della costa nord-orientale degli Stati Uniti.
Il monitoraggio, durato nove mesi, ha fatto comprendere agli scienziati che gli squali blu utilizzavano con particolare abilità i vortici marini per fiondarsi a centinaia di metri sotto la superficie.
Qui passavano anche più di un’ora per cercare cibo sostanzialmente composto da piccoli pesci o calamari per poi tornare in superficie verso le acque più calde. Una volta riscaldato il proprio corpo, ritornavano a compiere questo movimento proiettandosi in profondità.
Questi movimenti avvenivano perlopiù durante il giorno, come specifica Camrin Braun, ecologista oceanico della UW e autore principale dello studio.
Si tratta di un comportamento simile a quello degli squali bianchi che, a differenza degli squali blu sono animali a sangue caldo.
Gli squali bianchi usano una combinazione di gorghi d’acqua calda e fredda per fiondarsi nelle zone del crepuscolo mentre gli squali blu, animali a sangue freddo, si affidano esclusivamente ai vortici d’acqua calda, come spiega lo stesso Braun: “Gli squali blu non possono regolare la loro temperatura corporea internamente per rimanere più caldi dell’acqua di mare come fanno gli squali bianchi. Pensiamo che questo sia il motivo per cui mostrano una chiara preferenza per i vortici di acqua calda – rimuove un vincolo termico per le immersioni profonde.”
Approfondimenti
- Mesoscale eddies release pelagic sharks from thermal constraints to foraging in the ocean twilight zone | PNAS (IA) (DOI: 10.1073/pnas.1903067116)
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