
Un team di ricercatori della City University di Hong Kong ha compiuto passi da gigante nello sviluppo di una nuova generazione di celle solari perovskite stampabili. Queste celle sono decantate per la loro elevata efficienza, scalabilità e basso costo, che le rendono un’alternativa promettente alla tradizionale tecnologia solare basata sul silicio.
La ricerca, pubblicata sul sito della CityUHK, [1] sottolinea il potenziale di questa tecnologia per soddisfare le future richieste di energia con un impatto ambientale minimo.
Tecnologia solare innovativa
Le innovative celle solari in perovskite sviluppate dal team di CityUHK sono note per la loro impressionante efficienza di conversione di potenza di oltre il 26%, un risultato significativo nel campo del fotovoltaico. A differenza delle celle in silicio convenzionali, che richiedono processi ad alta temperatura, queste celle in perovskite vengono create utilizzando inchiostri precursori in perovskite che possono essere facilmente stampati su substrati a temperature più basse. Questo nuovo metodo non solo riduce i costi di produzione, ma riduce anche al minimo l’impronta di carbonio associata alla produzione di pannelli solari.
Il team di ricerca ha anche affrontato la questione della durata, con test di invecchiamento accelerato che mostrano una durata paragonabile a quella delle celle in silicio tradizionali.
Potenziale per diverse applicazioni
Una delle caratteristiche più importanti di queste celle solari di nuova generazione è la loro versatilità. Grazie alla loro flessibilità e adattabilità, le celle solari perovskite possono essere integrate in un’ampia gamma di applicazioni. Tra queste rientrano i sistemi fotovoltaici integrati negli edifici (BIPV), in cui i pannelli solari semitrasparenti possono essere utilizzati sulle finestre dei grattacieli, e applicazioni indoor come l’alimentazione di sensori Internet-of-Things (IoT) ed elettronica indossabile.
Questa flessibilità apre nuove possibilità per l’integrazione dell’energia solare sia in contesti urbani che remoti, trasformando potenzialmente il modo in cui l’energia viene prodotta e consumata.