
Si prevede che il Sole si trasformerà in una nana bianca, una stella sostanzialmente quasi morta, tra circa 4,5 miliardi di anni. Il destino della Terra, molto probabilmente, sarà segnato: il pianeta potrebbe essere inglobato dal Sole durante la fase di gigante rossa del Sole, che precede la fase di trasformazione in nana bianca. Durante la fase di gigante rossa, infatti, il Sole aumenterà moltissimo in dimensioni. E anche se l’inglobamento non accadesse la vita si estinguerebbe comunque a causa dell’altissima temperatura a cui verrebbe sottoposta.
E quando si forma una nana bianca in un sistema binario?
Secondo un nuovo articolo di Universe Today, tuttavia, non tutto sembra essere perduto. Sappiamo che le stelle che si trovano in un sistema binario, ossia una coppia di stelle, sono la maggioranza e che il nostro Sole in tal senso è un’eccezione. Nel caso una delle due stelle cominci quel processo che la vede poi trasformarsi in nana bianca, vuol dire che nella fase che precede la trasformazione, quella durante la quale diventa una gigante rossa, espellerà tantissimo materiale verso l’esterno.
E tutto questo materiale che fine fa? L’altra stella può approfittarne in qualche modo?
Seconda generazione di pianeti
È incentrato proprio su queste domande il nuovo studio condotto dall’astronomo Jacques Kluska. Lo studio è stato pubblicato su Astronomy and Astrophysics.[1]
I ricercatori credono che la seconda stella, quella che non si è trasformata in nana bianca, probabilmente attrarrebbe molto di questo materiale. Il materiale non potrebbe dunque disperdersi poi troppo lontano.
Ne conseguirebbe la formazione di un disco rotante intorno alla coppia di stelle. Questo disco sarebbe molto simile a quelli dal quale nascono i pianeti che di solito si trova intorno alle stelle molto giovani o in formazione. In sostanza i ricercatori credono che potrebbe nascere una seconda generazione di pianeti da questo disco.
Sistemi binari evoluti con disco
I ricercatori hanno anche stimato che ciò potrebbe accadere in diversi sistemi binari presenti nella nostra galassia, un bel numero visto che sono molto numerosi.
Kluska spiega che, nel 10% dei sistemi binari in cui una delle due stelle ha un disco intorno che lui e i colleghi hanno analizzato si formava una grossa cavità all’interno del disco. Queste cavità, di solito, sono il segnale che qualcosa si sta formando, ad esempio un pianeta.
In questi sistemi binari evoluti, con una grossa cavità nel disco intorno ad una delle due stelle, gli elementi pesanti, tra cui il ferro, sono molto più scarsi sulla superficie della stella morente. Questa è un altro indizio, secondo Kluska, del fatto che le particelle ricche di questi elementi sono andate a finire in un punto di condensazione che poi fa nascere un pianeta.
Una novità eccezionale
Si tratta di una novità eccezionale per le teorie attuali relativi alla formazione dei pianeti. Se prima pensavamo alle stelle morenti, quelle che si trasformano in nane bianche dopo la fase di gigante rossa, come a qualcosa di “mortale” per qualunque sistema planetario, ora forse saremo costretti a cambiare questa convinzione qualora questo interessante approccio teorico fosse confermato da future osservazioni.