
Un impianto neurale magnetico per controllare e limitare il dolore dall’esterno del corpo. È quanto hanno progettato alcuni ricercatori della Rice University.
Si tratta di un dispositivo che “può essere programmato e caricato a distanza con un campo magnetico”, come spiega comunicato stampa.
Il dispositivo potrebbe, per esempio, stimolare il midollo spinale con un trasmettitore magnetico impiantato nel corpo.
Il sistema è stato denominato dagli stessi ricercatori MagNI (magnetoelectric neural implant).
Il sistema potrebbe rivelarsi molto utile in tutti quei casi in cui c’è bisogno di una stimolazione elettrica dei neuroni programmabile, ad esempio per quei pazienti con morbo di Parkinson o con epilessia.
Secondo Kaiyuan Yang, professore di ingegneria elettrica e informatica, uno degli scienziati che ha sviluppato il kit, si tratta della prima dimostrazione pratica di un campo magnetico che alimenta un impianto neurale programmabile: “Integrando i trasduttori magnetoelettrici con le tecnologie CMOS (semiconduttore a ossido di metallo complementare), forniamo una piattaforma bioelettronica per molte applicazioni. CMOS è potente, efficiente ed economico per le attività di rilevamento e elaborazione del segnale.”
Rispetto ad altri metodi, ad esempio quelle che fanno ricorso ad ultrasuoni, radiazioni elettromagnetiche, a tecnologie ottiche o ad altri metodi di stimolazione, MagNI presenterebbe diversi vantaggi.
In primis i tessuti non assorbono i campi magnetici così come fanno con altri tipi segnali. Poi gli stessi tessuti non si riscaldano così come invece avviene con le radiazioni elettromagnetiche quelle ottiche.
Inoltre il sistema “non richiede alcun riferimento di tensione o temporizzazione interna”, come riferisce lo stesso Yang.
I ricercatori hanno già testato il dispositivo su una Hydra vulgaris, una piccola creatura marina, ottenendo buoni risultati di stimolazione.
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