Stimolazione elettrica del midollo spinale con realtà virtuale riduce ancora di più dolore

Credito: Rodger Shija, Pixabay, 4995294

La stimolazione del midollo spinale (SCS) per trattare il dolore cronico può rivelarsi più efficiente se viene integrata con un sistema di realtà virtuale di tipo immersivo secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista PAIN. Secondo i ricercatori, infatti, la realtà virtuale permetterebbe al paziente di sentire maggiormente l’effetto della stimolazione elettrica tramite un’immagine virtuale del proprio corpo e ciò tenderebbe ad aumentare la stessa efficacia della stimolazione.

“A nostra conoscenza, questo studio mostra, per la prima volta, che è possibile integrare la VR immersiva e multisensoriale con la neuromodulazione spinale e ridurre il dolore cronico”, spiegano i ricercatori.
Il metodo SCS-VR stato testato da Olaf Blanke, ricercatore dell’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne (EPFL), insieme ai colleghi su 15 pazienti affetti da dolore cronico alle gambe. I midolli spinali dei pazienti venivano stimolati elettricamente tramite brevi e lievi impulsi elettrici. Questi impulsi sono infatti utili per interrompere i segnali del dolore ancor prima che raggiungano il cervello. Già da solo è un trattamento abbastanza efficace ma è caratterizzato comunque dalla presenza di alcuni limiti cosa che lo fa funzionare solo su circa la metà dei pazienti.

Già precedentemente alcuni studi avevano dimostrato che la realtà virtuale di tipo immersivo, quella che vede la presenza dell’immagine del proprio corpo, una sorta di “avatar”, del paziente in una scena 3D tramite visore guerre, poteva avere delle proprietà antidolorifiche. Questo è il primo studio che mostra che integrando la SCS con la realtà virtuale si può consentire pazienti di “vedere” e “sentire” lo stesso effetto della stimolazione elettrica su un’immagine virtuale del proprio corpo o di una zona di esso, in questo caso delle gambe.
Quando la coscia veniva stimolata elettricamente, la stessa area della coscia dell’avatar del paziente veniva illuminata e ciò portava a valori di dolore inferiore per tutti i pazienti tranne uno.

E l’effetto antidolorifico durava per altri 10 minuti dopo la cessazione della stimolazione elettrica reale. Durante la scena di realtà virtuale, i pazienti avevano infatti l’impressione, per diversi minuti dopo la fine della stimolazione elettrica, di guardare le loro gambe reali illuminate anche se non più stimolate.
Ancora non è chiaro perché la realtà virtuale possa avere questo potente effetto sul cervello ma questi risultati mostrano che può rivelarsi utile con l’integrazione di una vera stimolazione elettrica.

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