Nuovo strumento per rilevare germi in alimenti e acqua con smartphone

University of Massachusetts Amherst

Un gruppo di studiosi dell’Università del Massachusetts Amherst ha sviluppato un metodo, definito come rapido e a basso costo, per rilevare la presenza di batteri nell’acqua o negli alimenti. Un sistema del genere, tra l’altro, potrebbe rivelarsi altamente utile soprattutto per rivelare batteri e germi in quegli alimenti che non si cuociono, come ad esempio frutta e verdura nonché ovviamente per rilevare impurità nell’acqua da bere.

La possibilità di effettuare test rapidi per verificare la presenza di germi e batteri nella verdura si rivela infatti sempre più fondamentale in quanto sempre più persone, anche nel mondo occidentale, consumano verdura fresca senza cuocerla. Questa tipologia di dieta, però, può portare anche a pericoli di contaminazione microbica e dunque a problemi di sicurezza alimentare.

Gli scienziati hanno sviluppato un chip capace di rilevare il carico batterico dell’alimento utilizzando un piccolo microscopio ottico studiato per individuare in particolare l’acido 3-mercaptophenilboronico (3-MBPA), una particolare molecola che si lega solo ai batteri. Andando a rilevare questa molecola, dunque, è possibile rilevare la presenza di batteri.

Il microscopio si basa su un processo spettroscopico denominato “spettroscopia Raman amplificata da superfici” (Surface Enhanced Raman Spectroscopy, SERS) e su nanoparticelle d’argento, un sistema particolare per il quale, tra l’altro, è stato anche richiesto il brevetto.
L’adattatore per il microscopio può essere poi adattato anche allo smartphone per un utilizzo domestico.

A differenza dei metodi standard, che possono richiedere anche due giorni (come ad esempio il metodo aerobic plate count, APC), questo nuovo metodo impiega circa due ore e risulta particolarmente affidabile soprattutto se paragonato ai metodi più veloci dell’APC.

Fonti e approfondimenti

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