
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine analizza quelli che sono i sintomi iniziali più comuni della COVID-19, la malattia provocata dal coronavirus diffusosi a partire da dicembre scorso nell’area di Wuhan, in Cina.
Analizzando i dati di 1099 pazienti con COVID-19 ricoverati in 552 ospedali in Cina fino al 29 gennaio 2020, i ricercatori acquisivano varie informazioni.
Innanzitutto scoprivano che di tutti i pazienti solo l’1,9% aveva avuto una storia di contatto diretto con animali selvatici. Tre quarti dei pazienti non residenti a Wuhan (72,3%) avevano avuto contatti con residenti di Wuhan.
Tra i sintomi iniziali più comuni c’erano la febbre e la tosse. La diarrea risultava invece abbastanza rara (3,8%).
Il periodo di incubazione (definito come l’intervallo tra la potenziale prima data di contatto della fonte di trasmissione (fauna selvatica o persona con sospetto o caso confermato) e la potenziale prima data di insorgenza dei sintomi) medio era di quattro giorni.
Il 17,9% dei pazienti con malattia non grave e il 2,9% con malattia grave non presentavano anomalie radiologiche.
L’età media dei pazienti era di 47 anni e il 41,9% di essi era di sesso femminile. Il 23,7% presentava almeno una malattia coesistente.
La ricerca conferma inoltre l’esistenza di pazienti affetti da COVID-19 che non presentano febbre o anomalie radiologiche, cosa che complicava alquanto la diagnosi.
Approfondimenti
- Clinical Characteristics of Coronavirus Disease 2019 in China | NEJM (IA) (DOI: 10.1056/NEJMoa2002032)