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L’attività fisica può ridurre l’infiammazione nei soggetti con artrite secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Gut Microbes. Realizzato da ricercatori dell’Università di Nottingham, lo studio si è basato su esperimenti effettuati su 78 persone affette da artrite. I risultati mostrano che lo stesso esercizio può ridurre l’infiammazione cronica aumentando i livelli di determinate sostanze che, nel comunicato emesso dalla stessa università inglese, vengono definite, in senso positivo, come simili a quelle della cannabis per quanto riguarda gli effetti che possono avere sul corpo.[1]
I test sui soggetti con artrite
I ricercatori, guidati dalla professoressa Ana Valdes, hanno eseguito un test su 78 soggetti con artrite. Li hanno divisi in due gruppi: 38 di essi dovevano svolgere attività di rafforzamento muscolare ogni giorno per 15 minuti per un periodo di sei sett no imane. Gli altri 40 rappresentavano il gruppo di controllo e non dovevano praticare nessuna particolare attività fisica.[1]
Risultati
Alla fine dell’esperimento, i soggetti che avevano eseguito l’esercizio fisico ogni giorno mostravano una riduzione del dolore. Mostravano, però, un’altra cosa interessante: un maggior numero di batteri nell’intestino che secernono sostanze antiinfiammatorie. Gli stessi soggetti del primo gruppo, inoltre, mostravano livelli più bassi di citochine che livelli più alti di endocannabinoidi.[1]
Cosa sono gli endocannabinoidi
Gli endocannabinoidi sono sostanze che vengono prodotte nel corpo e che attivano i recettori di cannabinoidi. Come spiegano i ricercatori, è cosa già conosciuta il fatto che l’esercizio fisico può innescare una sorta di sensazione euforica negli esseri umani, una sensazione definita anche come “sballo del corridore” (runner’s high). Secondo alcuni studi, spiegano i ricercatori nell’introduzione della nuova ricerca, cio è da spiegare con il fatto che l’esercizio fisico attiva proprio il sistema endocannabinoide. Diversi endocannabinoidi, come l’anandamide, l’arachidonoilglicerolo, la palmitoiletanolamina e l’oleoiletanolamina, si legano a specifici recettori agendo da mediatori lipidici e ciò contrasta l’infiammazione e in generale del dolore.[2]
Aumento degli endocannabinoidi
Gli stessi ricercatori notavano anche che l’aumento dei livelli di endocannabinoidi poteva essere collegato a modificazioni positive del microbioma intestinale. I ricercatori calcolavano che ben un terzo dell’effetto antinfiammatorio procurato dal microbioma intestinale nei soggetti il primo gruppo, quelli che avevano dovuto eseguire l’esercizio quotidiano, poteva essere ricondotto direttamente all’aumento degli endocannabinoidi.
Amrita Vijay, la prima autrice dello studio, spiega che i risultati mostrano abbastanza chiaramente che l’esercizio fisico può aumentare sostanze simili a quelle della cannabis nel corpo e ciò ha un impatto positivo. Secondo la ricercatrice c’è un interesse sempre più grande per l’olio di cannabidiolo e per altri integratori e quindi questi risultati, per questa ragione, sono ancora più interessanti.[1]