La teoria, abbastanza insolita, riguardante la possibilità che una delle particelle fondamentali, il bosone di Higgs, possa destabilizzarsi fino a scatenare la formazione di una bolla che cresce sempre di più fino ad inglobare, distruggendolo, l’intero universo, è tornata alla ribalta grazie ad uno nuovo studio pubblicato su Physical Review D intitolato “Scale-invariant instantons and the complete lifetime of the standard model”.
Questo nuovo studio, di per sé abbastanza complesso, è stato analizzato da Saqib Shah sul Sun, e prende tra l’altro, in considerazione anche l’eventuale fine dell’universo. Secondo questi nuovi calcoli realizzati dal gruppo di fisici di Harvard, la distruzione scatenata dalle onde d’urto dell’improvviso accrescimento della bolla creata dall’instabile bosone di Higgs distruggerebbe tutto, compreso naturalmente il sistema solare e dunque la Terra.
Il processo potrebbe essere già iniziato in un punto qualunque del cosmo anche se, secondo i calcoli basati sulle analisi delle dimensioni dell’universo, potrebbero volerci 10139 (un numero abnorme che non tentiamo neanche di farvi comprendere dato che per le nostre menti non ha praticamente significato). Una stima definita dagli stessi fisici nell’abstract come “il primo calcolo completo della durata della vita del nostro universo”.
Tuttavia se l’universo risultasse realmente infinitamente grande, la stessa particella instabile “scoppiata” risulterebbe parimenti infinitamente lontana e dunque la distruzione non arriverebbe mai a toccarci. Lo stesso discorso potrebbe farsi nel caso in cui la velocità dell’espansione dell’universo risulterebbe superiore a quella dell’espansione della bolla.
Tuttavia questo studio ribalta la teoria riguardante la fine dell’universo secondo il modello standard, che prevede un’espansione all’infinito del cosmo fino a quando tutto verrà trasformato in un abisso freddo, informe in cui resterebbero solo le particelle elementari ognuna distanziata dall’altra da spazi enormi.