I cuochi più esperti possono capire la temperatura dell’olio con l’udito invece che usare un termometro. Lo spiega Akihito Kiyama, un ricercatore post-dottorato dell’Università Statale dello Utah che ha realizzato un interessante studio incentrato sui suoni che la frittura degli alimenti può produrre. In effetti diversi cuochi immergono delle bacchette idratate nell’olio e, a seconda del rumore che l’olio caldo fa a contatto con la stessa bacchetta riescono a capire il livello di temperatura giusta per inserire poi l’alimento da cuocere nell’olio.
Il ricercatore ha voluto capire scientificamente se ciò era vero. Ha eseguito degli esperimenti, insieme a collaboratori del KAUST e dell’Università delle Hawaii, immergendo nell’olio a varie temperature bacchette e pezzi di carta umidi. Si è poi servito di una telecamera e di un particolare microfono per analizzare gli sfrigolii che le bacchette producevano in tempo reale.
I risultati mostrano abbastanza nettamente che in effetti esistono delle firme acustiche riguardanti la temperatura dell’olio in relazione proprio agli sfrigolii.
Ciò è da ricondurre ad un particolare fenomeno che vede la formazione di piccole bolle che oscillano a causa della vaporizzazione rapida dell’umidità presente sulle bacchette bagnate o sulla carta bagnata. Queste piccole bollicine creano poi rumori distintivi a seconda della temperatura dell’olio. Inoltre i modelli delle bollicine cambiavano, durante gli esperimenti, abbastanza nettamente anche a seconda di quanto la bacchetta o la carta erano vicine alla superficie dell’olio.
Come spiega Kiyama la formazione delle bollicine vicino alla superficie caratterizzata da modelli di suoni distintivi: “Durante il percorso le immagini rivelano forme molto interessanti, come legamenti che esplodono bolle in superficie e forme di coni nidificati da getti sottomarini che collassano all’interno delle bolle di vapore acqueo”, spiega il ricercatore.