
Si chiama legge di Neven ed è la nuova legge, ideata proprio quest’anno, per descrivere il progresso dei computer quantistici.
La legge è stata formulata a febbraio quando gli scienziati di Google, per riprodurre su normali computer il calcolo quantistico massimo che riuscivano ad eseguire con i computer quantistici, hanno cominciato a fare richieste sempre più pressanti ed esigenti riguardo ai processori tradizionali da far lavorare.
Tanto che a febbraio nell’edificio dove gli ingegneri lavoravano non c’erano computer classici in quantità sufficienti oppure con la potenza computazionale sufficiente per poter usufruire di una pari potenza computazionale rispetto ai computer quantistici sempre più potenti che stavano realizzando.
Hartmut Neven, direttore del laboratorio Quantum Artificial Intelligence, ha dunque fatto ricorso all’enorme rete di server di Google.
Ma anche utilizzando quest’ultima, le richieste in termini di numero di processori da poter utilizzare erano sempre più alte.
È così nata la legge di Neven che dovrebbe descrivere efficientemente il progresso dei computer quantistici in relazione ai computer classici.
La legge, descritta per la prima volta dallo stesso Neven al Google Quantum Spring Symposium, vede un più veloce progresso dei computer quantistici rispetto a quelli classici con un rapporto “doppiamente esponenziale”:
La crescita esponenziale già di per sé può portare ad enormi crescite in pochissimo tempo con i primi aumenti che non risultano poi così evidenti ma con quelli successivi che sono passi enormi.
Qui ci troviamo ad una crescita esponenziale doppia, che risulta ancora più drammatica.
Secondo Neven e soci la potenza computazionale dei computer quantistici invece di aumentare con una potenza di 2, come avviene (avveniva?) con la legge di Moore, crescono con una potenza di 2 che a sua volta cresce esponenzialmente.
Si tratta di una velocità di crescita estrema che non ha esempi nel mondo reale, come riferisce Quanta Magazine.
La crescita sembra così veloce che, secondo lo stesso Neven, si potrebbe raggiungere già entro il 2019 la tanto agognata “supremazia quantistica”, ossia il momento in cui la potenza massima di un computer quantistico non può essere più raggiunta a livello computazionale neanche dal più potente dei computer tradizionali.
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