Un gruppo di ricercatori dell’Università di Umeå e dell’Università di Linköping in Svezia dichiara di aver portato a termine le proprie ricerche per lo sviluppo del LEC (light-emitting electrochemical cells), un nuovo emettitore di luce ad alta efficienza, sottile, flessibile e leggero.
La ricerca, pubblicata su Nature Communications, parla di una nuova applicazione elettrochimica ad emissione di luce che potrebbe rivelarsi determinante in vari ambiti, quali quello della diagnostica, della segnaletica, dell’assistenza sanitaria e dell’illuminazione in generale per un nuovo prodotto che potrebbe forse sostituire il LED.
Questo nuovo emettitore, che può emettere luce di ogni colore, si rivela anche estremamente economico in quanto può essere fabbricato con metodi di stampa mentre il rivestimento è fatto di materiale a basso costo.
Non si tratta, tuttavia, di un emettitore nuovissimo: precedentemente, comunque, non era mai stato possibile raggiungere una vera efficienza (in sostanza bassi consumi correlati a forte luminosità, proprio come avviene con il LED).
Questa nuova ricerca apre tuttavia la strada a dispositivi LEC che possono emettere luce con un livello di luminosità di più di 2000 cd/m² con un’efficienza da elettrone a fotone del 27,5%.
Secondo Ludvig Edman, leader del progetto e professore presso il dipartimento di fisica dell’Università di Umeå, “Con questa performance, il componente LEC non solo offre bassi costi e vantaggi di design estremamente interessanti, ma sta anche diventando un vero concorrente delle tecnologie esistenti, come tubo fluorescente, LED e OLED, per quanto riguarda l’efficienza e il funzionamento pratico”.
Fonti e approfondimenti
- The LEC — now an efficient and bright device | EurekAlert! Science News (IA)
- Design rules for light-emitting electrochemical cells delivering bright luminance at 27.5 percent external quantum efficiency | Nature Communications (IA), doi: 10.1038/s41467-017-01339-0
- Autori ricerca: Shi Tang, Andreas Sandström, Petter Lundberg, Thomas Lanz, Christian Larsen, Stephan van Reenen, Martijn Kemerink, Ludvig Edman
- Crediti immagine: Umeå University