
Non tutti gli inchiostri che si usano per fare tatuaggi potrebbero essere sicuri secondo quanto riporta un nuovo studio presentato alla riunione dell’American Chemical Society (ACS). I ricercatori hanno analizzato un centinaio di inchiostri per tatuaggi concludendo che alcuni di essi contengono particelle che potrebbero essere dannose per le cellule umane.
Pigmenti usati negli inchiostri usati anche per altri prodotti?
Lo studio è cominciato quando i ricercatori, guidati da John Swierk, della Binghamton University, hanno intervistato diversi i tatuatori per capire quali erano gli inchiostri che usavano di più e quelli che i clienti preferivano. Sorprendentemente scoprivano che spesso gli inchiostri per tatuaggi non usavano tinture specificatamente create per questo scopo, come spiega lo stesso Swierk: “Le grandi aziende producono pigmenti per tutto, come vernici e tessuti. Questi stessi pigmenti sono usati negli inchiostri per tatuaggi. Nota inoltre che i tatuatori devono essere autorizzati nei luoghi in cui operano per motivi di sicurezza, ma nessuna agenzia federale o locale regola il contenuto degli inchiostri stessi” (il ricercatore si riferisce naturalmente agli Stati Uniti).[1]
Coloranti azoici e inchiostri per tatuaggi
I ricercatori scoprivano inoltre che gli inchiostri per i tatuaggi possono contenere, nel pigmento, ingredienti non riportati nelle etichette. Ad esempio trovavano l’etanolo che non era elencato nell’etichetta. Trovavano, inoltre, coloranti contenenti azoto. Anche se, spiega il comunicato dell’ACS i coloranti azoici di solito non causano problemi di salute se sono “chimicamente intatti”, i batteri oppure la luce ultravioletta possono degradarli e creare un altro composto, basato proprio sull’azoto, che è potenzialmente cancerogeno.[1]
Particelle con dimensioni inferiori ai 100 nanometri
Infine i ricercatori scoprivano, usando la microscopia elettronica, che in alcuni degli inchiostri c’erano particelle con dimensioni inferiori ai 100 nm. Si tratta di una “gamma di dimensioni preoccupante”, come la definisce Swierk secondo il quale particelle con dimensioni così piccole possono anche attraversare la membrana cellulare e causare dei danni.[1] I ricercatori hanno creato anche un sito web in cui hanno inserito le informazioni le quali potrebbero essere utili per i consumatori e per i tatuatori a prendere decisioni più informate.[2]