Tè verde, nuovo studio produce risultato “apparentemente paradossale”

Credito: Matcha e CO, Unsplash, t2kAfymBHGY

I benefici del tè verde sono noti già da molto tempo e diversi studi ne hanno sottolineato l’importanza. Nel tè verde sono presenti anche alcune catechine (composti fenolici naturali e antiossidanti) denominate ECG ed EGCG che sono in particolare oggetto di studio per i loro benefici sulla salute in generale tanto che, in relazione proprio a questi benefici, si parla anche di allungamento della vita.[1]
Sembra infatti che queste catechine siano in grado di neutralizzare i radicali liberi e prevenire danni alle cellule e al DNA.

Il nuovo studio: risultato “paradossale”

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’ETH, che hanno collaborato con altri ricercatori dell’Università di Jena, analizzato come queste catechine agiscono nel corpo dei vermi nematodi Caenorhabditis elegans. I ricercatori sono giunti ad un risultato in parte sorprendente, “apparentemente paradossale” come descritto nel comunicato dell’ETH: sembra che queste catechine invece di sopprimere lo stress ossidativo lo promuovano. Ma ciò, in generale, sembra produrre sempre un effetto positivo. [1]
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Aging.[2]

Esperimenti sui vermi nematodi

Quello che hanno scoperto i ricercatori negli esperimenti sui vermi nematodi suggerisce che questi polifenoli, presenti nel tè verde, in una fase iniziale aumentavano lo stress ossidativo. Questo, però, poi portava ad un aumento delle capacità difensive dell’organismo e quindi ad un miglioramento generale della salute degli animali.[1]

Catechine nel tè verde considerabili come pro-ossidanti?

Secondo Michael Ristow, professore di metabolismo energetico all’ETH di Zurigo, autore principale dello studio, i polifenoli presenti nel tè verde, ossia le catechine, in effetti non sono antiossidanti nel vero senso del termine. Anzi, possono essere considerati pro-ossidanti: innescano la difesa dell’organismo in una maniera simile a come può fare una vaccinazione.[1]

Enzimi che disattivano radicali liberi

L’aumento della difesa dell’organismo non avviene però tramite il sistema immunitario ma più che altro tramite l’attivazione di particolari geni i quali producono degli enzimi che disattivano i radicali liberi agendo, sostanzialmente, da antiossidanti endogeni. Questo è quello che avveniva nei nematodi in cui gli enzimi producevano la superossido dismutasi (SOD) e la catalasi (CTL).

Risultati positivi anche per gli esseri umani

Si tratta di risultati positivi anche per gli esseri umani, secondo Ristow: i processi biochimici di base del verme nematode, ossia quelli con i quali il suo organismo neutralizza i radicali liberi dell’ossigeno, sono pressoché presenti nella maggior parte degli esseri viventi, dagli esseri unicellulari all’uomo. Dunque tali effetti, verosimilmente, dovrebbero prodursi anche negli esseri umani.[1]

Tè verde consigliato ma evitare estratti e concentrati secondo ricercatore

Lo stesso Ristow consiglia di bere il tè verde, anche tutti i giorni, ma sconsiglia gli estratti o i concentrati in quanto “a una certa concentrazione, diventa tossico”. Con un certo livello di concentrazione, infatti, le catechine cominciano ad inibire i mitocondri al punto che poi sovviene la morte cellulare, cosa non proprio salutare per gli organi, soprattutto per il fegato.[1]

Note e approfondimenti

  1. Green tea catechins promote oxidative stress | ETH Zurich (IA)
  2. Aging | Green tea catechins EGCG and ECG enhance the fitness and lifespan of Caenorhabditis elegans by complex I inhibition – Full Text (IA) (DOI: 10.18632/aging.203597)
Condividi questo articolo

C’è un errore?

Hai trovato un errore in questa pagina? Segnalacelo!

Disclaimer notizie

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore non è responsabile di altri siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.

Notizie scientifiche.it usa i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione (Leggi di più)


Dati articolo