
Il cambiamento climatico sta mettendo a repentaglio le risorse idriche in tutto il mondo e una delle zone più colpite è quella dell’altopiano tibetano, come diverse ricerche hanno suggerito. Come spiega un nuovo comunicato dell’Università Statale dell’Ohio, infatti, quest’area, denominata anche “terzo polo”, è contraddistinta dalla presenza di numerosi ghiacciai.
Sistema di distribuzione dell’acqua molto complesso
Nella regione dell’altopiano tibetano c’è il più grande deposito mondiale di acqua ghiacciata che si trova al di fuori del polo nord e del polo sud. Si tratta di un sistema di distribuzione dell’acqua molto complesso che fornisce a questo prezioso liquido a tante popolazioni che, tra l’altro, stanno aumentando in numero. Il problema è che questi ghiacciai si stanno velocemente sciogliendo e quindi le popolazioni non possono più contare su questa preziosa fonte d’acqua.
Controversie internazionali
Si tratta di problemi, come spiega Lonnie Thompson, un professore di scienze della Terra dell’università americana, che potrebbero portare ad un numero sempre più grande di controversie internazionali. E una delle controversie che preoccupano di più in quest’area è quella tra India e Pakistan. “Dobbiamo imparare a lavorare insieme per garantire un approvvigionamento idrico adeguato ed equo in tutta questa regione”, spiega il ricercatore nel comunicato.
Temperatura dell’altopiano tibetano aumenta di 0,42° per ogni decennio
Thompson ha realizzato un nuovo studio, pubblicato su Nature Reviews Earth and Environment,[2] in cui giunge alla conclusione che la temperatura della cosiddetta torre dell’acqua asiatica è aumentata di 0,42 °C per ogni decennio dal 1980 al 2018. Si tratta di un aumento delle temperature il cui ritmo è almeno doppio rispetto a quello del tasso medio del resto del mondo. Velocità di riscaldamento come queste hanno implicazioni enormi per l’Himalaya. L’acqua che si perde ogni anno è il 50% in più di quella che si guadagna. Si sta creando una scarsità che sta portando ad uno squilibrio iridico che secondo lo stesso Thompson è allarmante.