Teoria dell’inflazione cosmica, c’è chi non è convinto

Anche se la teoria dell’inflazione cosmica ha avuto e sta avendo ampia diffusione nella comunità scientifica, ci sono ancora scienziati che non l’hanno accettata del tutto o che semplicemente non sono pienamente convinti.
La teoria dell’inflazione cosmica prevede che l’universo, pochissimo tempo dopo il big bang (parliamo di una frazione minimale di un secondo), abbia iniziato ad espandersi ad una velocità grandissima, molto più grande di quella della luce, già di per sé immensa.

Universi “tascabili”

Si tratta di un calcolo matematico che si è reso necessario per spiegare alcuni aspetti dell’universo che altrimenti sarebbero rimasti inspiegabili.
L’inflazione comporta, però, secondo molti scienziati, la presenza del cosiddetto multiverso. Questo termine si può indicare non solo la possibilità dell’esistenza di universi paralleli, appartenenti ad altre dimensioni, ma anche di universi “tascabili”, ossia aree dello stesso spazio tempo che possono essere considerati universi distinti e che possono avere leggi fisiche proprie.

Critiche all’inflazione cosmica

Uno dei più grandi critici dell’inflazione cosmica, come rileva Quanta Magazine, è Paul Steinhardt, professore di fisica a Princeton. Nel corso degli ultimi anni, lo scienziato, e pochi altri colleghi, hanno sviluppato una teoria diversa riguardo al nostro diverso, una teoria che si rifà al cosiddetto “universo ciclico” (o “oscillante”).
Si tratta di un universo che nasce dal big bang, cresce e si espande per poi cominciare a contrarsi e a “riesplodere” di nuovo.

Big Bounce

Questo universo ciclico, basato sul cosiddetto “Big Bounce”, risulterebbe compatibile con alcune complesse simulazioni che Steinhardt ha eseguito. Tramite queste simulazioni lo scienziato ha infatti scoperto che la contrazione può arrivare a contrastare l’inflazione fino ad averla vinta.
Si tratterebbe, in un certo senso, sempre di un multiverso, inteso come più universi, ma consequenziali nel tempo. Dunque non ci sarebbero universi paralleli o “tascabili” ma solo universi che esistono uno dopo l’altro.

Energia oscura tenderà a ridursi?

Secondo la teoria di Steinhardt, chiamata anche teoria dell’universo ecpirotico, un universo si espanderebbe per moltissimo tempo, probabilmente per trilioni e trilioni di anni. Sarebbe guidato da un campo energetico onnipresente, probabilmente quello dell’energia oscura.
Quest’ultima, diversamente da quanto descritto dalla teoria più in voga, dopo moltissimo tempo comincerebbe a ridursi e quindi l’intero cosmo tenderebbe a “sgonfiarsi”. Tutto ciò che esiste nell’universo si concentrerebbe di nuovo in un unico punto microscopico.
La stessa contrazione ricaricherebbe però in qualche modo il campo di energia (oscura?) e quindi ne seguirebbe un rimbalzo con cicli continui. Lo stesso big bang sarebbe solo un grande rimbalzo e non coinciderebbe con la nascita dell’universo ma più che altro con una sua nuova rimodellazione.
Questo approccio teorico limerebbe le numerose imperfezioni dell’approccio inflazionistico, in particolare quelle legate al “multiverso”.

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