Terra potrebbe essere a 140 anni di distanza dal raggiungere livelli di carbonio in atmosfera non visti in 56 milioni di anni

Un altro avvertimento riguardo ai livelli di emissione di anidride carbonica nell’atmosfera arriva da uno studio pubblicato su Paleoceanography and Paleoclimatology, uno studio dai toni abbastanza allarmanti.
Secondo la nuova ricerca, con le emissioni prodotte dagli esseri umani di anidride carbonica nell’atmosfera, il nostro pianeta si trova di fronte ad una svolta epocale. Sostanzialmente siamo a circa 140 anni di distanza dal punto in cui i livelli di carbonio nell’atmosfera stabiliranno nuovi record: raggiungeranno livelli che non si erano visti negli ultimi 56 milioni di anni. Livelli del genere si ebbero, infatti, solo con le forti emissioni di gas serra avvenute durante il cosiddetto massimo termico del Paleocene-Eocene (Paleocene-Eocene Thermal Maximum, PETM).

Si trattò di un evento di riscaldamento globale avvenuto proprio 56 milioni di anni fa causato da enormi rilasci nell’atmosfera di anidride carbonica, le cui cause sono ancora oggi fonte di dibattito. Sta di fatto che, durante quel periodo, le temperature globali aumentarono di 5-8 °C, raggiungendo un picco di temperatura media terrestre di ben 23 °C. Fu il periodo più caldo dall’estinzione di dinosauri, avvenuta 66 milioni di anni fa.
I ricercatori hanno fatto un calcolo relativamente semplice: considerando i tassi di emissione di carbonio odierni, nel 2159, ossia solo a quattro generazioni di distanza, ci sarebbe il medesimo aumento delle temperature in quanto la presenza totale di carbonio nell’atmosfera sarebbe più o meno la stessa.

Solo che 56 milioni di anni fa questo accumulo, stimato tra 3.000 e 7.000 gigatoni di carbonio presenti nell’atmosfera, avvenne in un periodo stimato tra 3.000 e 20.000 anni. Oggi questo accumulo sta avvenendo nel giro di 100-200 anni, una velocità di emissione da 9 a 10 volte più alta di quella avvenuta durante il PETM.
È stato calcolato che, fino ad ora, gli esseri umani hanno già emesso nell’atmosfera circa 1500 gigatoni a partire da solo 2016.

La matematica non è un’opinione, dunque, e con questi dati si raggiungerebbe lo stesso livello di riscaldamento globale avutosi durante il PETM, un evento che, ricordiamolo, portò a varie nefaste conseguenze tra cui l’innalzamento del livello degli oceani, l’alterazione della circolazione delle correnti marine e varie alterazioni della flora e della fauna con annesse estinzioni di massa, in particolare di varie specie acquatiche.

Fonti e approfondimenti

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