
Un’infanzia difficile o traumi accaduti nella più tenera età possono poi causare notevoli problemi psicologici che possono protrarsi fino all’età adulta.
Un nuovo studio, condotto da ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università Washington, mostra però che le esperienze infantili avverse, come l’abbandono o gli abusi, possono modificare finanche la struttura del cervello.
Per la precisione esperienze infantili difficili possono provocare un rallentamento della crescita di determinate aree cerebrali durante l’adolescenza.
I dati che i ricercatori hanno utilizzato fanno parte di uno studio della durata di 15 anni relativo a 211 bambini seguiti fino all’età adulta.
Diversi dei dati presenti nello studio sono stati raccolti tramite le tecnologie di imaging del cervello. In questo modo è stato possibile misurare il volume e le dimensioni di aree distinte del cervello in momenti distinti della vita dei soggetti.
I ricercatori notavano che quei soggetti che avevano sofferto situazioni difficili in misura maggiore durante l’infanzia mostravano, nel corso dell’adolescenza, un ippocampo e un’amigdala più piccoli.
L’ippocampo è quell’area relegata all’elaborazione o alla conservazione della memoria a breve termine mentre l’amigdala è collegata all’umore e alle emozioni in generale.
Inoltre gli stessi ricercatori notavano che questi impatti relativi alla crescita del cervello risultavano minori per quei bambini che, pur avendo avuto esperienze traumatiche, avevano potuto contare su uno supporto materno molto forte.
Questo studio mostra che il tempismo è molto più importante di quanto mai calcolato in precedenza per quanto riguarda gli interventi nei confronti di quei bambini che hanno subito traumi importanti. Tali interventi debbono avvenire tempestivamente e prima dell’adolescenza.