
La contaminazione delle falde acquifere è in aumento negli ultimi anni e i crescenti livelli di una particolare “sostanza chimica eterna”, il trifluoroacetato, stanno causando preoccupazione. Secondo uno studio pubblicato in Environmental Science & Technology Letters, [1] la concentrazione di questo composto, un sottoprodotto di alcuni gas fluorurati e pesticidi, è aumentata costantemente nelle falde acquifere della Danimarca negli ultimi sei decenni.
L’allarmante aumento del trifluoroacetato
I ricercatori Christian Albers e Jürgen Sültenfuss hanno condotto un’analisi approfondita dell’acqua proveniente da oltre 100 pozzi di falde acquifere in tutta la Danimarca. I loro risultati hanno mostrato una tendenza preoccupante: i livelli di trifluoroacetato sono in aumento dagli anni ’60.
Questo composto, che si forma dalla degradazione di sostanze chimiche fluorurate, è noto per la sua persistenza e mobilità nell’ambiente. Una volta che si infiltra nel terreno, si infiltra nelle falde acquifere sotterranee, facendosi strada nelle fonti d’acqua che vengono poi utilizzate per bere.
I livelli di contaminazione superano i limiti di sicurezza
Campioni d’acqua di diversi periodi hanno rivelato che i livelli di trifluoroacetato hanno superato i limiti di sicurezza dell’Agenzia europea per l’ambiente per i PFAS totali nell’acqua potabile. Nei campioni degli anni 2000 in poi, le concentrazioni erano in media di 0,6 parti per miliardo, superando il limite consentito di 0,5 ppb. Ciò rappresenta un potenziale rischio per la salute pubblica, soprattutto perché il trifluoroacetato non è attualmente regolamentato in molte regioni.
Implicazioni per il futuro monitoraggio delle falde acquifere
I ricercatori suggeriscono che il trifluoroacetato potrebbe fungere da utile indicatore dell’età delle falde acquifere, consentendo un metodo più semplice e conveniente per tracciare la contaminazione. Mentre parte della contaminazione delle falde acquifere potrebbe derivare da fonti storiche, i livelli crescenti nei campioni più recenti suggeriscono che le fonti attuali, come i moderni pesticidi, potrebbero contribuire al problema.