
Contrariamente a quanto si crede il fruttosio può provocare uno stato di tossicità epatica nel fegato secondo uno studio condotto da ricercatori della Monash University e pubblicato su Nature Metabolism.
Come rileva News Medical, già studi in passato avevano mostrato che il fruttosio eccessivo assunto durante la dieta può essere più potente anche dello stesso glucosio per quanto riguarda l’aumento del grasso nel fegato.
Tra l’altro stesso aumento che è stato riscontrato negli ultimi anni per quanto riguarda il livello di diffusione della malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD) può essere attribuita proprio al fruttosio.
Mark Febbraio, dell’istituto di scienze farmaceutiche della Monash, spiega però che se si previene il deterioramento della barriera intestinale, può essere prevenuto anche il danno dell’eccessivo fruttosio al fegato.
Un livello troppo alto di fruttosio nell’intestino può infatti far diminuire il numero di proteine che sono alla base della stessa barriera della parete intestinale. Da ciò ne consegue una condizione denominata endotossiemia, un’infiammazione cronica.
Tuttavia lo stesso team di ricercatori internazionale che ha eseguito questo studio ha anche scoperto che una particolare proteina di segnalazione cellulare, denominata “fattore di necrosi tumorale” (TNF) può essere aggiunta agli epatociti per stimolare il metabolismo del fruttosio. In questo modo si aumenta la produzione degli enzimi che hanno il ruolo di trasformare la molecola acetil CoA in acidi grassi. Gli esperimenti sono stati condotti su topi con NAFLD provocata dal fruttosio.
Approfondimenti
- New discovery could help protect the liver from fructose-induced diseases (IA)
- La lipogenesi de novo stimolata dal fruttosio è favorita dall’infiammazione – Nature Metabolism (IA) (DOI: 10.1038/s42255-020-0261-2)