
Un nuovo studio sembra ridurre drasticamente le reali possibilità di individuare vita extraterrestre intelligente. La nuova ricerca, pubblicata sull’Astrophysical Journal e realizzata da un team dell’Università della California a Riverside (UCR), mostrerebbe che l’accumulo di gas tossici nelle atmosfere della maggior parte dei pianeti rende questi ultimi, anche quelli posti nella fascia abitabile e dunque almeno apparentemente interessanti sotto questo profilo, del tutto inadatti allo sviluppo della vita complessa, men che meno di quella intelligente.
- Zona abitabile? Concetto non troppo utile
- Modelli al computer sfatano non mito della “zona abitabile”
- Il killer è l’anidride carbonica
- Confini della zona abitabile da rivedere
- Anche il monossido di carbonio non scherza
- Vita nel sistema solare? Difficilmente intercettabile
- Fonti e approfondimenti
- Articoli correlati
Zona abitabile? Concetto non troppo utile
Il punto, secondo gli stessi ricercatori, e che si è data troppa importanza alla cosiddetta “zona abitabile”, ossia quella zona orbitale, definita dall’orbita del pianeta intorno alla stella, in cui il pianeta stesso può permettersi, grazie a temperature non troppo fredde né troppo calde, di avere acqua liquida sulla sua superficie.
Si tratta di un concetto che funziona per la vita unicellulare o comunque microbica, non certo per la vita complessa come quella che conosciamo sulla Terra e che comprende tantissimi animali, inclusi gli esseri umani.
Modelli al computer sfatano non mito della “zona abitabile”
“I nostri risultati indicano che ecosistemi complessi come il nostro non possono esistere nella maggior parte delle regioni della zona abitabile come tradizionalmente definito”, riferisce abbastanza chiaramente e nettamente Timothy Lyons, uno degli autori dello studio, professore di biogeochimico della UCR.
Si sono convinti di questo analizzando molti modelli computerizzati, modelli infarciti di vari dati riguardanti il clima atmosferico degli eventuali esopianeti e la loro fotochimica.
Il killer è l’anidride carbonica
Hanno in particolare trovato nei modelli un’alta presenza di anidride carbonica, un gas che può essere considerato mortale per molti gli esseri viventi qui sulla Terra.
Secondo Edward Schwieterman, autore principale dello studio, “per sostenere l’acqua liquida ai margini esterni della zona abitativa convenzionale, un pianeta avrebbe bisogno di decine di migliaia di volte più di anidride carbonica rispetto all’odierna Terra. Questo è molto al di là dei livelli noti per essere tossici per la vita umana e animale sulla Terra.”
Confini della zona abitabile da rivedere
I dati dei modelli mostrano che la tossicità dell’anidride carbonica nell’atmosfera dei pianeti limita da sola la vita animale semplice a metà della tradizionale zona abitabile. Per la vita più complessa, la zona abitabile considerabile come adatta si rimpicciolirebbe a meno di un terzo.
Anche il monossido di carbonio non scherza
E questo senza contare le radiazioni ultraviolette che possono portare nelle atmosfere dei pianeti a concentrazione elevata di monossido di carbonio, un altro gas mortale per la vita.
Qui sulla Terra questo gas non si accumula più di tanto grazie al Sole che guida varie e complesse reazioni chimiche nell’atmosfera, un equilibrio che probabilmente è abbastanza raro.
Vita nel sistema solare? Difficilmente intercettabile
Gli scienziati sembrano ridurre drasticamente anche la possibilità di intercettare la presenza di vita in altri luoghi del sistema solare, qualora questa esistesse: è molto probabile che la vita extraterrestre nel nostro sistema solare possa esistere solo in profondità, sotto una superficie rocciosa o ghiacciata, e dunque difficilmente individuabile senza l’invio di robot in loco tramite costose e complesse missioni, anche difficilmente finanziabili vista la mancanza di concrete informazioni riguardo alla possibilità dell’esistenza di vita sotterranea.
Fonti e approfondimenti
- New study dramatically narrows the search for advanced life in the universe | News (IA)
- A Limited Habitable Zone for Complex Life – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/1538-4357/ab1d52)
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