Un’ulteriore ricerca, presentata all’incontro annuale dell’American Society for Microbiology, sottolinea ancora una volta quanto gli oggetti di uso quotidiano possono essere la “casa” di molti batteri, diversi dei quali patogeni per gli esseri umani.
Stavolta sono stati presi in considerazione gli smartphone degli studenti in un’università. I ricercatori si sono accorti che sul 40% dei dispositivi presi in esame c’era la presenza dello Staphylococcus aureus, un batterio che può essere una causa abbastanza comune di infezioni e che è considerato un patogeno anche abbastanza importante.
Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università occidentale di San Paolo, Brasile, facoltà nei pressi della quale sono stati campionati gli smartphone di un centinaio di studenti.
Di tutti i batteri isolati dai ricercatori presenti sulla superficie di questi dispositivi, l’85% di essi è noto per essere resistente alla penicillina mentre il 50% di essi mostrava la capacità di aderire senza problemi alle superfici.
I ricercatori hanno inoltre notato che molti dei batteri isolati erano presenti sugli smartphone degli studenti che frequentavano il corso infermieristico.
Ciò dimostrava che la pratica clinica, in ambienti ospedalieri o anche universitari, promuove in ogni caso rischi di esposizione a batteri patogeni, qualcosa che può essere considerato come un rischio “professionale”.
Tra l’altro, secondo Lizziane Kretli, una delle autrici della ricerca, questo studio mostra che lo stesso utilizzo diffuso degli smartphone negli ambienti ospedalieri e in generale nelle strutture sanitarie può essere considerato una fonte di rischio importante e che quindi debbono essere richiesti standard di igiene più severi.