Una tuta per riscaldare il corpo in modo da permettere anche alle persone che non possono fare attività fisica di godere di alcuni vantaggi che il movimento può apportare al corpo.
È quanto stanno progettando alcuni ricercatori dell’Università di Loughborough. Il dispositivo potrebbe essere di particolare aiuto per le persone con disabilità e per le persone anziane nonché per tutte le persone che non possono prendere parte ad attività che vedono esercizi fisici.
L’idea è arrivata ai ricercatori dopo uno studio pubblicato l’anno scorso che mostrava che immergere il corpo in acqua con temperatura 39° per un’ora al giorno e per due settimane contribuiva nettamente a regolare i livelli dell’insulina e quelli della pressione sanguigna e aiutava il corpo anche a contrastare le infezioni.
Tuttavia immergersi per un’ora al giorno in acqua calda per determinate persone non è una cosa facile. La speciale tuta che hanno progettato i ricercatori dispone di piccoli tubi innestati nel tessuto stesso che fanno passare dell’acqua riscaldata.
In questo modo il paziente non dovrà immergersi in una vasca e potrà, inoltre, avere un controllo riguardo alla stessa temperatura. Lo stesso paziente potrà inoltre controllare quali parti del corpo riscaldare di più rispetto ad altre, caratteristiche che non si possono facilmente ottenere immergendosi in una vasca.
Ad esempio potrebbe essere possibile riscaldare solo le gambe invece dell’intero corpo. Secondo i ricercatori benefici relativi all’utilizzo di una tuta del genere a lungo termine potrebbero essere “estremamente rilevanti” dato che un’ora di questo “riscaldamento passivo” ogni giorno innescherebbe una reazione del corpo che porterebbe ad una produzione di proteine infiammatorie, ad un aumento del flusso sanguigno e ad un controllo generale della produzione di insulina, cosa che sarebbe un’arma di contrasto al diabete.
Naturalmente non si tratta di un dispositivo che può andare a sostituire del tutto l’esercizio fisico: quest’ultimo dovrebbe essere sempre la prima opzione, come specifica Christof Leicht nel comunicato stampa che presenta lo studio,; tuttavia un a forma di riscaldamento passivo come questa potrebbe essere “un’ottima alternativa”.