
Un nuovo studio, pubblicato su Archaeological Research in Asia, esamina le dispersioni degli ominidi nel sud-est asiatico e in Oceania durante il periodo del pleistocene, ossia da 1,25 milioni a circa 12.000 anni fa. Lo studio è stato realizzato soprattutto per capire cosa si intende “esseri umani” in base agli adattamenti ambientali dell’Homo sapiens.
Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i movimenti migratori degli ominidi attraverso la cosiddetta “Linea Movius”, una linea teorica che sottolinea le differenze tecnologiche tra le popolazioni di ominidi in base alle regioni popolate, una teoria comunque oggi considerata obsoleta.
Secondo Patrick Roberts, autore principale dello studio, mentre i precedenti membri del nostro genere sembravano aver seguito corridoi fluviali e lacustri, l’Homo sapiens si specializzò nel sopravvivere in ambienti di foreste pluviali tropicali, ambienti montani e habitat marini o comunque acquatici, zone presenti nel sud-est asiatico e in Oceania. Questa capacità della nostra specie, ossia quella di specializzarsi nello sfruttare contesti diversi, anche estremi, per sopravvivere in questa parte del mondo è in contrasto con gli adattamenti ecologici di altri taxa di ominidi.
Fonti e approfondimenti
- Humans colonized diverse environments in Southeast Asia and Oceania during the Pleistocene | Max Planck Institute for the Science of Human History (IA)
- Plastic pioneers: Hominin biogeography east of the Movius Line during the Pleistocene – ScienceDirect (DOI: 10.1016/j.ara.2019.01.003) (IA)
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