
La teoria principale riguardante l’evoluzione degli odierni polli domestici è stata confermata da un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Linköping. Secondo i ricercatori gli odierni polli e galline sarebbero discendenti di una specie di timidi uccelli delle foreste pluviali. A supportare questa teoria c’è l’esperimento condotto dagli scienziati che hanno allevato diversi esemplari di uccelli provenienti dalla giungla selezionando, nel corso di 10 generazione, quelli che mostravano meno paura per gli esseri umani.
Generazione dopo generazione, inoltre, il cervello di questi uccelli diventava sempre più piccolo e in generale gli uccelli si abituavano sempre di più a soprassedere sugli eventi più spaventosi ma non pericolosi. Il cambiamento avveniva soprattutto nella zona del tronco cerebrale, un’area del cervello coinvolta anche nelle reazioni allo stress.
“Crediamo che la capacità di abituarsi rapidamente sia vantaggiosa per gli uccelli che devono vivere tra gli esseri umani, dove eventi sconosciuti e spaventosi, ma non pericolosi, fanno parte della vita quotidiana”, spiega Rebecca Katajamaa, ricercatrice del Dipartimento di Fisica, Chimica e Biologia dell’università svedese.
Questo esperimento mostra che l’addomesticamento degli animali può agire in breve tempo a livello evoluzionistico per cambiare gli animali stessi e, in maniera anche profonda, il loro comportamento.
Si ritiene che tutti i polli oggi esistenti sulla terra provengono dal gallo bankiva (Gallus gallus), un uccello tropicale una volta diffuso grandemente nel sud-est asiatico e nell’Asia meridionale (a cui si devono aggiungere minimi apporti genetici provenienti da altre specie di uccelli).
Gli esseri umani cominciarono ad addomesticare questo uccello della foresta all’incirca 10.000 anni fa. I gruppi umani devono aver selezionato gli esemplari più docili facendoli riprodurre maggiormente e allo stesso tempo hanno operato una selezione anche sulle dimensioni del cervello di questi uccelli.