
Come riferisce un comunicato della società Max Planck, oggi i matrimoni e in generale le unioni tra cugini (di primo grado o di secondo grado) non sono poi così rari (si calcola che il 10% di tutti i matrimoni, considerando tutto il mondo, avviene tra cugini). Ci sono contesti e società in cui il matrimonio tra parenti viene scoraggiato, altre invece in cui viene incoraggiato.
Per capire come si comportavano gli esseri umani di decine di migliaia di anni fa tre ricercatori dell’Istituto Max-Planck per l’antropologia evolutiva, Germania, hanno condotto un interessante studio analizzando i dati del DNA contenuti in alcuni studi già pubblicati in precedenza.
Umani vissuti nel corso degli ultimi 45.000 anni
I dati analizzati sono quelli di esseri umani vissuti nel corso degli ultimi 45.000 anni. Secondo quanto riferisce il comunicato dell’istituto tedesco i risultati sarebbero stati “sorprendenti”.
Sarebbe infatti facile pensare ad una certa facilità di accoppiamento tra parenti per gli umani vissuti fino a decine di migliaia di anni fa, considerando che è un’usanza che avviene ancora oggi e considerando che le vecchie società umane erano molto meno numerose e molto più isolate tra loro rispetto ad oggi. E invece i ricercatori hanno scoperto che gli umani antichi molto raramente sceglievano cugini come partner.
Analizzati dati genetici di 1785 soggetti
I ricercatori hanno analizzato i dati genetici di 1785 soggetti e solo il 3% di essi (54) mostravano caratteristiche genetiche che indicavano che i loro genitori erano cugini. Inoltre i 54 casi risultavano piuttosto uniformemente “spalmati” nel corso delle decine di migliaia di anni prese in considerazione e ciò indica, secondo i ricercatori, che erano relativi più che altro ad eventi sporadici.
I ricercatori hanno inoltre notato che in particolare tra le popolazioni di cacciatori-raccoglitori di più di 10.000 anni fa le unioni tra cugini risultavano l’eccezione ed erano sorprendentemente rari.
DNA identici analizzati con una nuova tecnica
Le analisi effettuate dai ricercatori si sono basate sulla rilevazione di lunghi tratti di DNA identici nelle due copie del DNA, quella ereditata dal padre e quella ereditata dalla madre. Se i genitori sono imparentati, questi tratti identici tendono ad essere più lunghi. E più la parentela è stretta, più questi tratti identici sono abbondanti.
Si tratta di una nuova tecnica, come spiega Harald Ringbauer, l’autore principale dello studio, grazie alla quale si può esaminare un numero molto più grande di genomi antichi rispetto a quanto si poteva fare in precedenza.
Note e approfondimenti
- Parental relatedness through time revealed by runs of homozygosity in ancient DNA | Nature Communications (IA) (DOI: 10.1038/s41467-021-25289-w)