
Un nuovo studio pubblicato su Communications Earth & Environment[1] rivela un’inquietante verità: i paesi che più contribuiscono al cambiamento climatico sono anche quelli meno esposti alle sue conseguenze, mentre le nazioni meno responsabili subiscono gli impatti peggiori, inclusi conflitti e disastri ambientali.
I paradossi della pace e della sostenibilità
Secondo Richard Marcantonio, uno degli autori della ricerca e docente all’Università di Notre Dame, le precedenti indagini avevano suggerito che la pace e la sostenibilità ecologica fossero collegate positivamente. Questo nuovo studio però ribalta tale convinzione. Utilizzando misure più ampie e accurate, che includono impronta ecologica e emissioni pro capite, gli studiosi hanno scoperto che i paesi più pacifici tendono anche a essere quelli con maggiore impatto ambientale.
Chi inquina meno, paga il prezzo più alto
La ricerca mostra come le nazioni del Sud globale, pur avendo un’impronta ecologica ridotta, siano più esposte a rischi ambientali e sociali. Al contrario, le nazioni più industrializzate e responsabili dell’inquinamento globale sperimentano livelli di pace più elevati e sono meno vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Questo squilibrio solleva serie domande sulla giustizia climatica e sulla distribuzione globale del rischio.
Conflitto e degrado ambientale vanno a braccetto
I conflitti armati tendono a generare devastazioni ambientali, come si è visto in Siria, dove la guerra ha causato deforestazione, erosione del suolo e crisi idriche. Ma allo stesso tempo, la scarsità di risorse naturali, aggravata dai cambiamenti climatici, può essere un detonatore di violenze. La connessione tra ambiente e guerra si fa sempre più evidente, e ignorarla rischia di esacerbare crisi già esistenti.
Ripensare le politiche per la pace ecologica
Lo studio suggerisce l’urgenza di adottare politiche che affrontino contemporaneamente le sfide ambientali e quelle legate alla pace. Marcantonio sottolinea che è necessario definire un nuovo modello di benessere globale, che rispetti i limiti planetari e assicuri dignità a tutti. La ricerca dimostra che la pace ecologica non è un’utopia, ma un obiettivo possibile, se supportato da politiche basate sull’equità e la sostenibilità reale.