
Un team di ricercatori ha pensato di analizzare i detriti che ancora si spostano a velocità violentissime a seguito dell’esplosione della supernova di Keplero. Quest’ultima è stata una supernova di tipo Ia provocata da una stella piccola e densa, una nana bianca, che ha superato un limite di massa critica a seguito dell’interazione con un’altra stella compagna. Ne è seguita una potentissima esplosione termonucleare che ha distrutto la stessa nana bianca, ed eventualmente anche la compagna, facendo propagare verso l’esterno detriti di ogni genere a velocità altissime.
Questo evento fu intercettato sulla Terra nel 1604 e tra i primi astronomi che notarono l’esplosione ci fu proprio Keplero. Questi detriti si stanno spostando verso l’esterno ancora oggi, cosa che indica che, praticamente, l’esplosione è ancora in corso dopo più di 400 anni.
I ricercatori si sono concentrati su 15 piccoli “nodi” di detriti nei vasti resti di questa supernova. Analizzandone i raggi X i ricercatori hanno scoperto un nodo più veloce degli altri che spinge i materiali verso l’esterno ad una velocità di circa 37 milioni di km/h.
Si tratta della velocità più alta mai individuata per quanto riguarda lo spostamento verso l’esterno dei detriti di una supernova.
Gli scienziati a hanno ottenuto anche altre interessanti informazioni: la velocità media di questi “nodi” di detriti spinti verso l’esterno è di circa 16 milioni di km/h mentre in generale l’intera onda d’urto si sta espandendo ad una velocità di circa 24 milioni di km/h.
I ricercatori hanno utilizzato, per ottenere queste informazioni, i dati raccolti dal telescopio spaziale a raggi X Chandra nel 2016 nonché varie immagini raccolte dallo stesso telescopio dal 2000 al 2014.
I ricercatori credono che la supernova di Keplero possa essere stata insolitamente potente. Inoltre credono che l’ambiente che circonda la stessa supernova sia di tipo “grumoso”, cosa che consente ad alcuni dei gruppi di detriti lanciati a folle velocità di scavare dei “tunnel” sfruttando regioni a bassa densità ed evitando dunque di essere rallentati.
Lo studio è stato presentato sull’Astrophysical Journal. Per alcuni dei dati i ricercatori hanno fatto ricorso ad un altro studio pubblicato invece 2017 sulla stessa rivista.
Approfondimenti
- An Ejecta Kinematics Study of Kepler’s Supernova Remnant with High-resolution Chandra HETG Spectroscopy – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/1538-4357/ab7db1)
- Freely Expanding Knots of X-Ray-emitting Ejecta in Kepler’s Supernova Remnant – IOPscience (IA) (DOI: 10.3847/1538-4357/aa8305)
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