
L’universo si sta espandendo sempre più velocemente e lo fa in maniera più rapida di quanto ci si possa aspettare dopo averne analizzato la “traiettoria”. Questa discrepanza sta portando sempre più astronomi a considerare spiegazioni e teorie che potrebbero portare ad una nuova fisica o comunque ad una nuova concezione dell’espansione stessa dell’universo, come sottolineato anche da Adam Riess dello Space Telescope Science Institute (STScI).
Il suo team sta da sei anni utilizzando il telescopio spaziale Hubble per calcolare con una maggiore precisione le distanze delle varie galassie in modo da comprendere anche l’effettiva velocità di espansione dell’universo stesso. Rispetto agli studi sullo stesso tema svolti in precedenza, quest’ultimo sta analizzando galassie ad una distanza almeno 10 volte maggiore, una caratteristica che, almeno si spera, dovrebbe portare a risultati più proficui.
Precedentemente, grazie a misurazioni effettuate con il satellite Planck dell’agenzia spaziale europea, si erano trovati determinati valori riguardo la cosiddetta legge di Hubble. Riess i suoi collaboratori hanno però corretto queste stime misurando la velocità di espansione dell’universo in 73 chilometri al secondo per ogni megaparsec. Un ritmo sostanzialmente più veloce di quanto indicato dalle precedenti osservazioni.
Secondo lo stesso Riess questa accelerazione dell’espansione dell’universo ancora più grande potrebbe essere dovuta all’energia oscura che allontana le galassie l’una dall’altra in misura sempre crescente (questa concezione fa parte della teoria base a cui lo stesso Riess ha contribuito vincendo tra l’altro un premio Nobel per aver scoperto nel 1998 la stessa accelerazione dell’espansione dell’universo).
Tuttavia un’altra ipotesi potrebbe entrare in gioco: quella di una nuova classe di particelle subatomiche veloci quasi quanto la luce. Collettivamente chiamate come “radiazioni oscure”, includerebbero anche nuovi particolari particelle influenzate solo dalla gravità, per il momento denominate come “neutrini sterili”.
Un’altra possibilità vede come protagonista la materia oscura che rivestirebbe un ruolo non marginale anche per quanto riguarda l’accelerazione dell’espansione del cosmo.
Il team di Riess non ha per il momento una risposta univoca ma sta continuando il proprio lavoro soprattutto per ridurre quelle discrepanze che intercorrono fra i dati forniti da Hubble e quelli forniti dall’osservatorio spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea.