Veleno di scorpione messicano contiene composti che uccidono stafilococchi e batteri della tubercolosi

Un esemplare di scorpione Diplocentrus melici nella mano di Richard Zare (credito: Edson N. Carcamo-Noriega)

Un team di ricercatori ha scoperto che il veleno di uno scorpione originario del Messico contiene due composti che potrebbero essere d’aiuto per contrastare le infezioni batteriche umane.
I ricercatori, che hanno pubblicato il proprio lavoro su Proceedings of National Academy of Sciences, dichiarano anche di aver isolato questi composti e di essere riusciti a sintetizzarli in laboratorio dopo averli analizzati.

Anche le versioni create in laboratorio riuscivano poi ad uccidere batteri quali lo Staphylococcus aureus e i batteri resistenti ai farmaci per la tubercolosi nei campioni di tessuto dei topi.
La scoperta si rivela naturalmente interessante per quanto riguarda eventuali tentativi di creare farmaci basati proprio su questi due composti trovati nel veleno dello scorpione Diplocentrus melici.

Tra l’altro si tratta di un animale che è difficile da trovare e da individuare perché per buona parte dell’anno, durante l’inverno delle stagioni secche, “è sepolto e possiamo trovarlo solo nella stagione delle piogge”, come riferisce Lourival Possani, professore di medicina molecolare presso l’Università nazionale del Messico che ha firmato lo studio insieme all’autore senior Richard Zare.

Tra l’altro il fatto che siano riusciti a sintetizzare questi composti in laboratorio risulta un passo fondamentale: se questi composti sarebbero dovuti essere prelevati solo dal veleno dello scorpione, produrne un gallone (meno di quattro litri) avrebbe avuto un costo di 39 milioni di dollari, come riferisce lo stesso Zare.
I composti trovati nel veleno degli scorpioni sono due nuovi benzoquinoni, precedentemente sconosciuti, una classe di molecole con forma ad anello già conosciuta per le sue proprietà antimicrobica.

Fonti e approfondimenti

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