
Un team di ricercatori si è concentrato sugli agenti patogeni che possono essere presenti sui prodotti freschi di natura vegetale e di tipo biologico che vengono consumati crudi. Come spiega il comunicato dell’European Congress of Clinical Microbiology & Infectious Diseases (ECCMID), che si terrà a Lisbona tra il 23 e il 26 aprile, le verdure biologiche che mangiamo possono essere infatti contaminate da organismi unicellulari denominati “amebe a vita libera” i quali possono fare da “trasportatori” per batteri che possono essere patogeni per gli umani.[1]
Amebe a vita libera
Tra i protozoi che possono contaminare le verdure biologiche ci sono le amebe a vita libera, piccoli organismi che si alimentano di batteri e che possono essere trasportatori di batteri patogeni e quindi funzionare come dei “cavalli di Troia” per introdursi nel corpo umano.
Yolanda Moreno, ricercatrice dell’Universitat Politècnica de València in Spagna e una delle autrici principali dello studio, spiega che si conosce ancora poco per quanto riguarda la presenza e la diversità delle amebe a vita libera sulle verdure biologiche e anche riguardo al rischio che si possano trasmettere attraverso gli agenti patogeni umani.[1]
Studio sulle amebe a vita libera isolate e da diverse verdure biologiche
I ricercatori hanno dunque svolto uno studio sulle amebe a vita libera isolate e da diverse verdure biologiche: 17 campioni di lattuga e di spinaci prelevati da vari supermercati di Valencia tra il novembre del 2020 e il maggio del 2021.
Hanno identificato il DNA dei batteri presenti all’interno delle amebe a vita libera scoprendo che i principali batteri erano i Flavobacterium, che venivano trovati nel 10% dei campioni, e gli Pseudomonas, che venivano trovati anch’essi nel 10% dei campioni. Il comunicato specifica di diversi di questi batteri comunque non provocano patologie particolari negli esseri umani.
Diversi batteri potenzialmente patogeni
Gli scienziati però scoprivano anche che il 34% dei campioni vedeva la presenza di 52 batteri diversi potenzialmente patogeni. Tra di essi c’erano il batterio della legionella, della salmonella e gli Arcobacter. Si tratta di batteri che possono causare anche delle malattie a livello gastrointestinale o polmonare.[1]
Nello specifico i ricercatori hanno scoperto che la specie di ameba a vita libera denominata Vermamoeba vermiformis, un tipo che può provocare anche delle infezioni gravi nell’uomo, veniva trovata nel 19% dei campioni. I ricercatori, inoltre, trovavano anche l’Acanthamoeba castellanii, un’ameba che può causare anche cecità o encefalite, nel 63% dei campioni.
Qualcosa che preoccupa
Secondo la Moreno si tratta di qualcosa che preoccupa per quanto riguarda la salute pubblica in quanto queste amebe a vita libera possono fare da veri e propri veicoli per gli agenti patogeni in modo che raggiungano più efficientemente il corpo umano. “La contaminazione può derivare dal trattamento del suolo con fertilizzanti organici come letame e fanghi di depurazione e dall’acqua di irrigazione. Le verdure a foglia sono particolarmente suscettibili alla contaminazione fecale a causa della loro vicinanza al suolo e della probabilità che gli esseri umani le consumino senza cucinare”, spiega la ricercatrice. Gli stessi cercatori, in ogni caso, ammettono che ci vorrebbero studi più ampi anche perché i campioni provengono da una sola città spagnola.
Note e approfondimenti
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