
Un verme parassita che può essere trasmesso gli umani quando mangiano pesce crudo o poco cotto sembra essere aumentato di molto negli ultimi quarant’anni secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Washington.
I ricercatori hanno infatti analizzato l’abbondanza del verme parassita noto come Anisakis, un nematode che di solito parassita l’intestino dei mammiferi marini quali foche, delfini o balene. Di solito le uova vengono rilasciate dai mammiferi marini nell’acqua attraverso le loro feci. Le larve, subito dopo la schiusa, vengono mangiate dai piccoli crostacei i quali a loro volta vengono mangiati da varie specie di pesci quando il nematode si trova oramai all’ultimo stadio larvale.
Quel che interessa all’uomo è che questi parassiti possono trovarsi in una varietà di pesci marini o calamari i quali possono finire sui nostri piatti. Quando mangiati vivi, cosa che può accadere quando ad esempio si consuma del sushi o altre ricette che non prevedono la cottura dell’alimento, questi parassiti possono invadere la parete intestinale e causare un’intossicazione la quale può portare a sua volta a sintomi quali vomito, nausea e diarrea.
Nella maggior parte dei casi, lo stesso parassita muore in pochi giorni, anche perché non può più riprodursi nei nostri intestini a differenza di quanto accade nei mammiferi marini, e nei casi in cui questo periodo si prolunga si parla di anisakiasi o anisakidosi, una malattia che comunque viene diagnosticata raramente, come spiega Chelsea Wood, professoressa della School of Aquatic and Fishery Sciences della suddetta università.
Come spiega la stessa ricercatrice, un buon preparatore di sushi controlla la carne e la setaccia onde trovare questi vermi per rimuoverli (non sono microscopici e possono avere una lunghezza di 1 o 2 cm, quindi sono rilevabili a anche ad occhio nudo).
Tuttavia alcuni vermi possono superare questa fase di “screening” e quindi la stessa ricercatrice consiglia, a chi ama consumare sushi, di effettuare sempre un controllo visivo prima di ingerire le porzioni.
Anche se il rischio per gli esseri umani è tutto sommato controllato, non si può dire lo stesso per quanto riguarda i mammiferi marini, come fa intendere la stessa Wood: “Una delle importanti implicazioni di questo studio è che ora sappiamo che esiste un enorme e crescente rischio per la salute dei mammiferi marini. Spesso non si ritiene che i parassiti possano essere la ragione per cui alcune popolazioni di mammiferi marini non riescono a riprendersi. Spero che questo studio incoraggi le persone a considerare i parassiti intestinali come un potenziale limite alla crescita della popolazione di mammiferi marini in via di estinzione e minacciati”.
Approfondimenti
- It’s a wormy world: Meta‐analysis reveals several decades of change in the global abundance of the parasitic nematodes Anisakis spp. and Pseudoterranova spp. in marine fishes and invertebrates – Fiorenza – – Global Change Biology – Wiley Online Library (IA) (DOI: 10.1111/gcb.15048)
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