
Una strategia messa in atto dalle cellule umane per distruggere i virus dell’influenza A è stata individuata da un team di ricercatori[1] che hanno pubblicato uno studio su Nature Microbiology.[2] Secondo i ricercatori le cellule nel corpo umano possono distruggere i virus dell’influenza A una volta che si sono introdotti nelle cellule ospiti con una proteina denominata TBC1D5.
Scoperta importante
Il comunicato della Northwestern University spiega che, sebbene i virus dell’influenza A sembrano aver comunque superato questo metodo di difesa, la scoperta rimane importante perché potrebbe permettere la creazione di nuovi farmaci per potenziare questo sistema di difesa naturale e quindi si potrebbero sviluppare nuove terapie antivirali.
Judd Hultquist, assistente professore nella Divisione di malattie infettive alla Northwestern, uno degli autori dello studio, spiega che scoprire nuove strategie terapeutiche che contrastino la resistenza dei virus “è uno dei grandi sogni in virologia”.[1]
Proteina TBC1D5 e relativo meccanismo
La proteina TBC1D5, come scoperto dai ricercatori durante le loro analisi, ha subito attirato l’attenzione del team di studio dato che ha un ruolo nell’autofagia, una sorta di processo di riciclaggio delle proteine delle cellule ospiti. Questa proteina, quando sovraespressa, sembrava interrompere quel meccanismo che è alla base del trasporto di nuovi virus dall’interno della cellula verso l’esterno. In questo modo i virus venivano etichettati come spazzatura e venivano distrutti. Quando la proteina TBC1D5 non era sovraespressa, questo meccanismo falliva.[1]
Il contrattacco del virus dell’influenza
Il virus ha però sviluppato un contrattacco: un’altra proteina che si lega TBC1D5 e annulla questo meccanismo di difesa, una specie di interruttore di spegnimento del meccanismo di riciclaggio, come lo chiama Hultquist.
Essere a conoscenza di queste speciali interazioni è fondamentale per sviluppare nuove terapie antivirali, probabilmente non solo per i virus dell’influenza A.[1]